Erdogan alle prese con l’inflazione galoppante che sta erodendo i consumi della popolazione. C’è nervosismo nell’economia emergente e gli investitori restano a livelli di fiducia molto bassi.
Erdogan sarà travolto dall’inflazione in preoccupante aumento in Turchia?
La domanda si insinua mentre il presidente promette di combattere le crescita dei prezzi che continua a caratterizzare la nazione.
Cosa sta succedendo in Turchia e quali risvolti con l’inflazione in corsa?
Erdogan pressato dall’inflazione al 19%
Erdogan ha affermato giovedì 16 settembre che il suo Governo avrebbe tenuto sotto controllo l’aumento dei prezzi e ha accusato gli “opportunisti” dell’aumento dei costi dei servizi di base.
L’inflazione sta agitando la nazione, visto che è salita per il terzo mese al 19,25% annuo ad agosto. Molti turchi affermano che gli aumenti dei prezzi per il cibo e l’affitto hanno addirittura superato questa soglia.
Ciò avviene mentre il governo affronta l’erosione del sostegno a Erdogan, che sta cercando la rielezione.
La banca centrale ha accusato la siccità agricola in Turchia e nel mondo come la ragione dell’accelerazione dell’inflazione alimentare in un recente rapporto.
Il balzo dell’inflazione turca sta mantenendo inasprita la politica monetaria, deludendo le speranze di Erdogan di un taglio anticipato dei costi di finanziamento.
Intanto, in un tentativo di persuasione quasi disperato, Il Governo ha ordinato alle moschee di tenere sermoni che mettano in guardia i venditori dall’inflazione dei prezzi delle merci, dal cibo e all’affitto, fino all’elettricità e al materiale da costruzione.
C’è ancora sfiducia verso la Turchia
Intanto, la lira turca è in calo di quasi il 12% dall’inizio dell’anno fino a oggi. I mercati si sono stabilizzati questa primavera, aiutati dal nuovo governatore della banca centrale Kavcioglu, che ha rifiutato di tagliare i tassi di interesse dal livello del 19% fissato dal precedente - e licenziato - governatore Agbal.
Tuttavia, restano i danni delle mosse di Erdogan.
Gli investitori internazionali detengono circa il 4% dei titoli di stato locali del Paese, secondo i dati raccolti dall’Institute for International Finance. Nel 2013, quando erano più ottimisti sulla storia della crescita della Turchia, gli investitori stranieri possedevano quasi un quarto del debito in valuta locale del Governo.
Non sono solo le opinioni di Erdogan sulla politica monetaria che hanno allontanato gli investitori (il presidente preme per abbassare i tassi senza considerare l’inflazione). Hanno contribuito anche la geopolitica e il ruolo della Turchia in una regione instabile. La volontà di Erdogan di avvicinarsi a Vladimir Putin, il presidente della Russia, è stata una preoccupazione.
In generale, per gli investitori, ha affermato Atilla Yesilada, analista di GlobalSource Partners con sede a Istanbul, “c’è ancora un problema di fiducia. Non sai cosa accadrà in Turchia domani.”
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