Concorso per Dirigenti Scolastici: per il Tar del Lazio anche i precari possono partecipare. Cosa farà adesso il MIUR?
Concorso per dirigenti scolastici: secondo il Tar del Lazio gli insegnanti precari devono essere ammessi alle prove selettive.
Il Tribunale amministrativo laziale ha accolto il ricorso presentato dal sindacato Anief sospendendo l’efficacia del bando del concorso per Dirigenti Scolastici nella parte che vieta la partecipazione agli insegnanti non di ruolo.
Insomma, il concorso non è ancora iniziato ma già è nel caos; sarà il MIUR adesso a decidere se continuare ad escludere gli insegnanti precari dalle procedure per il reclutamento di 2.425 Dirigenti Scolastici oppure se consentirne l’iscrizione.
Nel frattempo, l’Anief si è detta entusiasta per la decisione del Tar del Lazio di ammettere i precari ricorrenti al concorso, pur non essendone sorpreso. Una decisione simile, infatti, venne presa dal tribunale amministrativo anche in occasione del concorso che si è svolto nel 2011. D’altronde, per l’Anief era palese la violazione della Direttiva 1999/70/CE del bando di concorso nella parte che esclude i precari..
Perché il bando per DS è illegittimo
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dall’Anief dopo aver accertato l’effettiva illegittimità del bando di concorso per Dirigenti Scolastici.
Infatti, il MIUR escludendo gli insegnanti precari dalle prove selettive ha violato i principi introdotti dalla Direttiva comunitaria 1999/70, conosciuta anche come accordo quadro sul lavoro a tempo determinato.
Obiettivo della direttiva comunitaria è di migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato garantendo il rispetto del principio di non discriminazione; ed è proprio questo principio ad essere stato violato dal bando di concorso.
Non si può escludere i docenti solo perché non hanno un contratto a tempo indeterminato; “chi presenta gli altri requisiti presenti dal bando va ammesso alle prove” ha ribadito il TAR.
Quali requisiti devono avere i docenti
Al concorso per Dirigenti Scolastici possono partecipare gli insegnanti che hanno uno dei seguenti titoli:
- laurea magistrale/specialistica;
- diploma di laurea del vecchio ordinamento;
- diploma di II livello AFAM;
- diploma AFAM vecchio ordinamento se congiunto con il diploma di scuola secondaria superiore.
Inoltre bisogna aver maturato almeno 5 anni di servizio effettivo, anche come insegnante supplente. Per essere valido, durante l’anno il docente deve aver prestato servizio per almeno 180 giorni, oppure ininterrottamente dal 1° febbraio al termine delle operazioni di scrutinio finale.
Per il MIUR però c’è un altro importante requisito da soddisfare: essere insegnanti di ruolo a tutti gli effetti. Il Ministero con questa disposizione esclude i precari, così come i neoimmessi in ruolo e coloro che non hanno ancora superato l’anno di prova.
Il Tar del Lazio è di un parere differente ed è per questo che dopo l’ammissione degli insegnanti precari l’Anief si attende una decisione analoga “anche per le altre categorie di personale escluso dal concorso”.
Cosa farà adesso il MIUR? Difficile prevederlo, ma sarà molto difficile che il Ministero torni sui propri passi. In tal caso sarà il Tribunale amministrativo a decidere chi ha diritto ad essere ammesso al concorso, accogliendo o meno i vari ricorsi presentati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA