Insetti negli alimenti, ma non lo sappiamo: ecco quali cibi li contengono già

Chiara Esposito

06/01/2023

In molti prodotti alimentari è presente una percentuali di insetti. Il caso della cocciniglia è il più noto ma in pochi sanno in quanti alimenti sono presenti.

Insetti negli alimenti, ma non lo sappiamo: ecco quali cibi li contengono già

Cosa ci sarà sulla tavola degli italiani tra 50 anni?
Spesso a questa domanda sulla cucina del futuro, tra crisi climatica e sovrappopolamento del globo, si pensa a insetti e larve. La realtà però è diversa. Anche se molti non se ne rendono conto, questa prospettiva è già realtà - e non nella dieta di Paesi come India, Thailandia e Corea dove la pratica insettivora è ampiamente sdoganata e popolare - bensì proprio nei piatti (e nelle bevande) del Bel Paese.
Mangiamo insetti e non lo sappiamo.

In Italia ci sono infatti già molti cibi che contengono, coscientemente o come «effetto collaterale» della produzione alimentare, un certo tasso di insetti. Alla luce delle recenti critiche mosse dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio all’attrice Nicole Kidman, scopriamo insieme dove e perché sono presenti.

L’attacco al novel food

Quello degli insetti nel piatto è un tema venuto alla ribalta soprattutto dopo alcune dichiarazioni del vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio contro Nicole Kidman. L’ex ministro dell’Agricoltura, in riferimento ad una foto dell’attrice in cui mangia del novel food, ha infatti commentato:

«Meglio la bistecca fiorentina che quella porcheria».

Per chiarire, con il termine novel food ci riferiamo ai «nuovi alimenti» o «nuovi ingredienti alimentari» disciplinati dalla legislazione alimentare comunitaria con il Regolamento (CE) 258/97. Si tratta di tutti quei prodotti per i quali non è dimostrabile un consumo “significativo” al 15 maggio 1997 all’interno dell’Unione Europea (data di entrata in vigore del regolamento) e che spesso quindi comprendono anche sostanze alimentari non canoniche sul mercato nostrano. Un esempio? Le tarme della farina e la Locusta migratoria. In particolare, è una novità del 3 gennaio di quest’anno, l’UE ha autorizzato l’immissione sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico).

Consumare questo alimento quindi sarà completamente legale, anche se entro stretti dettami imposti dalle nuove norme vigenti, checché se ne dica.

Non solo Alchermes: la cocciniglia nella dieta italiana

D’altronde i grilli non sono i primi insetti che finiscono o possono fine nella nostra dieta mediterranea. Tutti ricordiamo ad esempio la presenza della cocciniglia nel celebre liquore Alchermes. Ebbene, anche se proprio in quella bevanda oggi troviamo un sostituto artificiale dell’estratto di cocciniglia, non in tutti i casi il colore vermiglio è ottenuto attraverso coloranti sintetici cruelty free come l’E122, l’E132 e l’E124.

La presenza di questo insetto della famiglia delle coccinelle nelle miscele alimentari è infatti ancora consistente tra i cibi nei nostri scaffali. Pensiamo a caramelle, yogurt alla fragola, succhi di frutta, bitter; se c’è un rosso intenso e nell’etichetta del prodotto troviamo la dicitura E120 possiamo essere certi di star gustando un colorante naturale derivato dall’essicazione al sole delle cocciniglie. Per portare a termine questo processo si parte spesso dai raccolti di fichi d’India del Perù e delle isole Canarie.

Questo componente infatti non è vietato. L’unica possibile controindicazione per la salute è quella di provocare reazioni allergiche in persone particolarmente sensibili alle sostanze coloranti.

Insetti «per caso»: effetti indesiderati dell’industria alimentare

C’è però anche un certo tasso di casualità nella presenza di insetti nel nostro cibo. Parliamo di frammenti piccolissimi in cibi come marmellate, succhi di frutta, passate di pomodoro e farine.

Secondo uno studio condotto quattro anni fa dal Centro per lo Sviluppo Sostenibile e dall’Università Iulm di Milano «sono pochi gli italiani a sapere che ogni anno in media il consumo inconsapevole di insetti si aggira sui 500 grammi. Questi animali sono dei contaminanti alimentari comuni e la legge italiana ne tollera una piccola percentuale».

Per fare un esempio concreto, lo stesso studio riporta come in un bicchiere di aranciata possono esserci fino a 5 moscerini. Non si tratta però di un errore; le normative vigenti concedono un certo margine di impurità per l’identificazione di una bevanda «bevibile».

C’è poi il caso degli Stati Uniti in cui la Food and Drug Administration consente la vendita di alimenti anche se con pezzi di insetti all’interno. Come spiega la CNN, «la FDA ha stabilito standard per ridurre al minimo i difetti alimentari» e, in questo range, sono compresi anche peli ed escrementi di roditori. Per l’ente di controllo americano “il cioccolato in sei sottocampioni da 100 grammi contiene una media di 60 o più frammenti di insetti per 100 grammi”.

La motivazione di queste policy dell’Fda è semplice ed è l’agenzia stessa ad esprimersi in materia:

“È economicamente impraticabile coltivare, raccogliere o lavorare prodotti grezzi totalmente privi di difetti non pericolosi, presenti in natura e inevitabili”.

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