Sostenibilità, risvolti sociali e rilevanza economica del comparto assicurativo. Facciamo punto della situazione.
Oltre all’evoluzione tecnologica, un altro dei temi caldi di questi ultimi anni è quello legato alla sostenibilità e all’importanza socio-economica delle compagnie assicurative. Queste considerazioni emergono soprattutto tenendo conto, da un lato, il peso degli investimenti e le possibilità occupazionali garantite dell’intera industry e, dall’altro, la capacità dei prodotti assicurativi di trasferire rischi reali sul piano finanziario.
Inoltre, le Compagnie assicurative possono essere promotrici di cambiamenti sociali con enormi esternalità positive e situazioni di benessere per l’intera collettività. Ma come può essere possibile concretamente?
Gerardo di Francesco, fondatore e vice presidente di Italian Insurtech Association (IIA), fondatore e managing director di Wide Group Spa ci aiuta a comprendere meglio tutte le dinamiche in gioco nonché le sfide del prossimo futuro.
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D: È tempo per i protagonisti del comparto assicurativo di passare ai fatti: in che modo, concretamente, è possibile far entrare la sostenibilità nei processi?
R: È a mio avviso tempo di scelte «scomode». L’industria assicurativa da centinaia di anni è lo strumento di cui l’umanità si è dotata per trasferire sul piano finanziario rischi reali, consolidando resilienza e solidità di processi evolutivi socio economici. Solo in Italia l’industria assicurativa occupa 350.000 persone con un volume di premi lordi annui sottoscritti pari a 134 miliardi di euro e 750 miliardi di euro di investimenti in esecuzione (IVASS, 2021). Le medesime metriche vedono in Europa impiegate 4 mln di persone, per una raccolta premi di 1.300 miliardi di euro al 2020, sostanzialmente il 10% del Pil Europeo (EIOPA, 2021).
La sua importanza non è data solo dalla sua rilevanza in termini economici, ma anche dalla sua funzione sociale di lungo periodo volta ad aumentare la resilienza del tessuto socio economico attraverso il trasferimento sul piano finanziario di rischi reali afferenti la vita delle persone (e.g. rischio morte, malattia, danni a beni, responsabilità civile verso terzi), le aziende (danni agli impianti produttivi, rischi cyber, responsabilità civili derivanti da prodotti e verso i dipendenti) e gli enti pubblici (danni catastrofali conseguenti a terremoti, tempeste ed incendi, responsabilità dipendenti pubblici, asset strategici nazionali). Oggi l’umanità è di fronte a sfide epocali, la posta in gioco: la sua esistenza nelle forme e nei modi che oggi conosciamo. Basti pensare che negli ultimi 50 anni il numero di eventi climatici estremi è aumentato di 5 volte, ed è destinato a crescere ancora nel prossimo futuro. Ogni giorno nel mondo ci sono in media 40 morti per disastri naturali, quali alluvioni, cicloni e terremoti, il cui aumento è dovuto al riscaldamento globale. A livello mondiale, solo nel 2021, cambiamenti climatici e catastrofi naturali hanno avuto un impatto negativo per 343 miliardi di dollari, attestandosi così come il terzo anno più costoso di sempre, ma solo il 38% delle perdite era coperto da un’assicurazione (Weather, Climate and Catastrophe Insight 2021).
In questo contesto l’industria assicurativa ha dunque una responsabilità e un ruolo strutturale di primaria importanza per evitare tutto questo. Come, con scelte scomode appunto:
- Indirizzando i suoi investimenti solo su target ESG Oriented;
- Interrompendo progressivamente l’assunzione di rischi afferenti a soggetti non ESG;
- Applicando policy interne volte a realizzare una reale parità di genere funzionale e salariale;
- Costituendo pool per agevolare la sottoscrizione di rischi ESG che tecnicamente rischiano di provocare perdite es. Renewables e nuovi prodotti su tecnologie sperimentali.
D: Green, finanza sostenibile, criteri ESG: qual è il percepito da parte degli stakeholder e quale ruolo possono ricoprire per facilitare una transizione sostenibile?
R: In estrema sintesi queste scelte scomode si qualificano come tali nella misura in cui sarà necessario «sacrificare» quota parte del profitto del breve periodo per evitare costi che nel lungo periodo saranno insostenibili. Gli stakeholder che per primi applicheranno con forza questi principi, economicamente controintuitivi, emergeranno come nuovi champion dell’industry ed il loro valore percepito su scala globale non sarà più determinato solo da dividendi, ma verrà premiato da una visione prospettica. Su questo tema il comparto tecnologico ha fatto scuola, tutte le grandi corporation Tech (Amazon, Google, Facebook, Tesla etc..) nei primi anni se non decenni della loro esistenza hanno macinato perdite. Oggi?
D: Quali obiettivi persegue IIA a tema sostenibilità?
R: Italian Insurtech Association si fa promotrice dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e orienta le proprie attività al raggiungimento di tutti gli SDG (Social Development Goals). In particolar modo, concentra la propria attenzione sulla diminuzione della povertà e della disuguaglianza di genere, promuovendo una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile per tutti.
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