L’intelligence americana lancia l’allarme: disattiva i dati di posizione per evitare hackeraggi e violazioni della privacy. Ecco perché agire subito e come proteggersi efficacemente.
L’intelligence statunitense lancia l’allarme: anche i dati sulla propria posizione possono aprire un varco ad hacker, per svuotare conti bancari. e a Paesi terzi, mettendo a rischia la sicurezza personale e nazionale. È importante, quindi, disattivarli il prima possibile.
Negli ultimi anni, la sicurezza digitale è diventata una priorità cruciale nel mondo moderno, e l’intelligence degli Stati Uniti (NSA) ha lanciato un allarme, invitando gli utenti a disattivare i dati di localizzazione sui dispositivi mobili. Questo consiglio nasce dalla crescente minaccia rappresentata dalla raccolta indiscriminata di informazioni sulla posizione degli utenti da parte di app e broker di dati.
Anche senza un consenso esplicito o un utilizzo diretto, le app riescono a raccogliere dati tramite processi come l’offerta in tempo reale (RTB), esponendo informazioni personali a una vasta rete di inserzionisti, intermediari e persino governi. Questi dati non si limitano a influenzare gli annunci pubblicitari, ma rappresentano un rischio significativo per la sicurezza personale e nazionale. Secondo Forbes, il sistema di RTB è così invasivo da alimentare la sorveglianza governativa e offrire agli hacker un accesso senza precedenti alle attività online degli utenti. Il pericolo è esacerbato da fughe di dati che hanno coinvolto miliardi di persone in tutto il mondo.
Dati rubati da app popolari, come MyFitnessPal o Strava, possono rivelare movimenti precisi e luoghi sensibili, dal Cremlino al Vaticano. L’NSA e altri esperti raccomandano quindi di disattivare immediatamente i rilevatori di posizione e adottare misure preventive per proteggere la propria privacy e sicurezza. Ecco perché è fondamentale agire ora e come difendersi da queste minacce.
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Perché bisogna disattivare i dati sulla posizione
La raccolta di dati sulla localizzazione tramite dispositivi mobili è più pervasiva di quanto si possa immaginare. Ogni volta che un’app accede al rilevamento della posizione, lascia tracce che possono essere sfruttate da inserzionisti, broker di dati e persino malintenzionati. Applicazioni comuni, dai giochi come Candy Crush e Temple Run ai servizi di trasporto come Moovit, condividono dati sensibili con piattaforme di analisi come Gravy Analytics. Questi dati non solo permettono di tracciare i movimenti degli utenti, ma possono anche fornire dettagli sulla loro vita quotidiana, come abitudini, preferenze e attività.
Un esempio lampante della gravità di questa minaccia è rappresentato dalle fughe di dati avvenute recentemente, che hanno rivelato movimenti precisi in aree ad alta sicurezza, come la Casa Bianca e basi militari. Baptiste Robert, ricercatore di sicurezza, ha dimostrato quanto sia facile per hacker e “potenze ostili” utilizzare questi dati per “mappare il personale militare” e comprometterne la sicurezza. Persino attività banali, come l’uso di un’app per il fitness o un calendario mestruale, possono trasformarsi in una minaccia per la privacy.
L’impatto di questa raccolta è globale. In Francia, ad esempio, dati condivisi tramite l’app Strava hanno rivelato dettagli sulle missioni di sottomarini nucleari, mettendo a rischio la sicurezza nazionale. La vulnerabilità non è limitata ai dispositivi mobili: smartwatch e altri dispositivi connessi rappresentano ulteriori punti di esposizione. Disattivare i dati sulla posizione non è solo una misura di protezione personale, ma un passo essenziale per prevenire un uso improprio su scala internazionale.
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Come difendersi da possibili hackeraggi
Proteggere la propria privacy richiede un approccio proattivo e multilivello. Il primo passo è disattivare i dati sulla posizione sul proprio smartphone e su qualsiasi dispositivo connesso. Questo può essere fatto accedendo alle impostazioni di sistema e disabilitando l’accesso alla posizione per tutte le app, a meno che non sia strettamente necessario. Tuttavia, è altrettanto importante rivedere i permessi già concessi e limitare l’utilizzo della posizione in background.
Un altro passo cruciale è evitare di utilizzare app non necessarie che raccolgono dati in modo aggressivo. Applicazioni di fitness, calendari mestruali e persino alcune VPN possono rappresentare rischi significativi. È meglio preferire app che rispettino rigorosi standard di privacy, leggendo attentamente le politiche sulla gestione dei dati prima di scaricarle. Inoltre, l’utilizzo di software per il blocco degli annunci può ridurre l’esposizione al processo di RTB.
L’adozione di dispositivi sicuri è un altro elemento chiave. Gli smartwatch e altri dispositivi indossabili devono essere configurati con impostazioni che limitino la condivisione di dati. Se possibile, è consigliabile spegnere completamente questi dispositivi quando non vengono utilizzati. Infine, è fondamentale mantenere i dispositivi aggiornati con le ultime patch di sicurezza e utilizzare strumenti di protezione come antivirus e firewall.
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