Il New York Times ha analizzato la bozza di regolamento messa a punto dall’agenzia cinese per il Cyberspazio. Il PCC sta modellando i software per mantenere i «valori fondamentali del socialismo»
Mentre in Occidente tiene banco il dibattito sullo sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale e sempre più imprenditori, intellettuali e scienziati mettono in guardia la collettività dai rischi dell’AGI, paventando persino il cosiddetto «scenario Terminator», la Cina adotta la linea dura.
Il Partito Comunista Cinese non intende sfigurare nella competizione internazionale del settore tecnologico ma vuole evitare che l’IA aggiri il sofisticato sistema di censura che permette al governo di Pechino di orientare il dibattito pubblico nel Paese.
L’obiettivo del Dragone, infatti, è completare l’opera di rimodellamento digitale, centralizzando il processo decisionale in materia di tecnologia, politiche digitali e gestione dei dati. [...]
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