Internet Explorer sarà ancora disponibile su Windows 7 ESU (Extended Security Updates), Windows 8.1 e su tutte le versioni di Windows 10 LTSC, IoT e Server.
Per Internet Explorer è arrivato il momento di andare in pensione (o quasi). Quello che per anni ha rappresentato un primo accesso alla rete non sarà più supportato su diverse versioni di Windows a partire da oggi, mercoledì 15 giugno, dopo quasi 27 anni di onorato servizio, nel corso dei quali ha vissuto momenti di grande fulgore, alternati ad altri di profondo declino, che hanno portato l’azienda fondata da Bill Gates e Paul Allen a sostituirlo con il suo più giovane e smart «fratellino», Microsoft Edge basato su Chromium. Sostanzialmente, a partire da oggi, all’avvio di Internet Explorer 11 gli utenti verranno indirizzati al browser più moderno e, si spera, funzionale.
Lo switch off, però, non avverrà su tutti i dispositivi Windows. La novità, infatti, interesserà il client desktop Internet Explorer su specifiche versioni di Windows 10 distribuite attraverso il Semi-Annual Channel (SAC) e installate su sistemi che eseguono Windows 10 (20H2 e successivi) e Windows IoT. Il vecchio e tanto vituperato browser, però, è duro a morire. Internet Explorer, infatti, sarà ancora disponibile su Windows 7 ESU (Extended Security Updates), Windows 8.1 e su tutte le versioni di Windows 10 LTSC, IoT e Server.
Internet Explorer: addio o arrivederci?
«L’applicazione desktop Internet Explorer (IE) 11 non sarà più supportata per il canale semestrale di Windows 10 a partire dal 15 giugno 2022. Sui sistemi operativi supportati, Internet Explorer 11 continuerà a ricevere aggiornamenti di sicurezza e supporto tecnico per il ciclo di vita della versione di Windows su cui è installato», fa sapere Microsoft nella pagina dedicata al ciclo di vita del vecchio browser per la navigazione web.
Ciononostante, alcune funzioni del browser di Microsoft continueranno a restare in vita, dal momento che la modalità IE di Microsoft Edge sarà supportata fino al 2029. Chi avesse nostalgia, insomma, può abilitarla su Microsoft Edge accedendo a questa pagina attraverso la barra degli indirizzi, attivando l’opzione «Consenti a Internet Explorer di aprire siti in Microsoft Edge» e infine riavviando l’applicazione. Questa può rivelarsi un’operazione di fondamentale importanza per tutte quelle realtà che, al momento, utilizzano ancora una serie di applicazioni che non sono aggiornate e non girano con gli standard più moderni dei browser disponibili al momento sul mercato.
La storia di Internet Explorer
La storia di Internet Explorer è anche un po’ la storia di tutti noi. A lui, infatti, ci siamo appoggiati (quasi) tutti per le prime pionieristiche esplorazioni (e il termine non è stato scelto a caso) e ricerche sul World Wide Web fino dall’ormai paleozoico 1995. Il sostantivo «Explorer», affiancato a «Internet», indicava la necessità di esplorare una novità, di cui gli stessi dirigenti della Microsoft di allora, Bill Gates in testa, non percepivano ancora appieno le potenzialità.
Internet Explorer, ai tempi, si rivelò un software rivoluzionario perché in grado di gestire il protocollo Http (Hypertext Tranfer Protocol), che consentiva di navigare la rete globale attraverso i link. Il suo successo è in parte dovuto al fatto che, fin dal momento della sua nascita, venne incluso gratuitamente nelle versioni di Windows allora in commercio, finendo così per assorbire le quote di mercato dei competitor che già all’epoca esistevano, vale a dire i vari Mosaic e Netscape Navigator.
Una cannibalizzazione che ha presentato un conto salatissimo negli anni a venire. Il predominio pressoché incontrastato di Internet Explorer, infatti, è durato almeno fino al 2003, quando Apple lanciò Safari, il browser della Mela, che ancora oggi è il preferito di quasi tutti gli utenti Apple nonostante qualche recente inciampo in materia di sicurezza e privacy. Le nuove funzionalità del browser e la sua velocità iniziarono ad aprire una breccia, che venne poi successivamente spalancata dall’arrivo di Mozilla, nato dalle ceneri di quella Netscape che proprio Internet Explorer aveva quasi del tutto soppiantato al momento del suo lancio. A dare il definitivo colpo di grazia all’utilizzo di Internet Explorer ci ha pensato, nel 2008, il colosso Google, con il lancio dell’amatissimo Chrome.
Per capire l’impatto che il browser di Big G ebbe e ha tuttora, basti pensare che, nel 2022, stando a quanto riportato da una serie di indagini sulle quote di mercato dei browser desktop, Google Chrome è di gran lunga il più utilizzato con una percentuale di gradimento spaventosa: il 77,03% degli utenti che navigano la rete. In seconda posizione, ma staccatissimo in classifica, si piazza proprio Safari (8,87%), seguito a breve distanza da Mozilla Firefox (7,69%). Giù dal podio, invece, ecco fare capolino i browser di Microsoft: Edge, che ha già ampiamente superato il suo illustre predecessore (5,83%) e proprio Internet Explorer, relegato ormai a un misero 2,15%.
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