Investimenti: le idee per il prossimo anno

Mattia Prando

2 Dicembre 2019 - 12:46

Per il prossimo anno, Stéphane Monier, Chief Investment Officer di Banque Lombard Odier & Cie SA, fornisce 10 opzioni di investimento per il 2020, vediamo quali

Investimenti: le idee per il prossimo anno

A dispetto di un contesto di bassi rendimenti e di una crescita tiepida, il 2019 ha visto i mercati azionari e obbligazionari molto tonici. I problemi sul tavolo restano numerosi, specie quelli di stampo politico, come in Francia, Inghilterra, Hong Kong, Venezuela e Cile.

Oltre a ciò, non si deve dimenticare il tema di primo piano dell’anno: la guerra commerciale tra Usa e Cina, che al momento è tutto fuorchè risolta.

Per il prossimo anno inoltre, i mercati avranno a che fare con un nuovo fattore di incertezza, fornito dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. In questo quadro, BCE e Fed dovrebbero continuare con il loro approccio ultra accomodante.

In questo quadro intricato, Stéphane Monier, Chief Investment Officer di Banque Lombard Odier & Cie SA, fornisce 10 opzioni di investimento per il 2020, vediamo quali.

1) Mantenere un portafoglio agile e diversificato

Per Monier, gli investitori dovranno cercare di mantenere un portafoglio agile e diversificato, al fine di far fronte alle possibili sorprese che potrebbero provocare scossoni sui mercati. Per rimanere flessibili quindi, si dovrà essere chiari sulla costruzione dell’esposizioni, mantenendo la liquidità su livelli adeguati.

2) Guardare ai beni e alle valute rifugio

Uno dei metodi per difendere i guadagni del portafoglio è quello di guardare allo Yen giapponese, alle opzioni put e all’oro. Il Chief Investment Officer di Banque Lombard Odier & Cie SA sottolinea come lo Yen sia preferito al Franco svizzero in quanto, dal 2015, la valuta elvetica ha dimostrato una correlazione più debole con il rischio globale.

Per coprire i portafogli da eventuali decisi cali, si può guardare agli spread put su indici azionari, mentre il metallo giallo risulta ancora un’ottima protezione contro inflazione, incertezze e volatilità.

3) Necessario un approccio più attivo

Monier evidenzia come il contesto di bassi rendimenti del reddito fisso tradizionale renda necessario un approccio più attivo, come le strategie di Carry nel segmento high yield.

“Rimaniamo sovrappesati anche nelle hard currency dei mercati emergenti e prevediamo che gli spread restino stabili. La crescita dei mercati emergenti dovrebbe migliorare e la Cina sta già mostrando segni di stabilizzazione. I fondamentali del credito sono solidi, in quanto negli ultimi anni le aziende sono state prudenti e quindi, a livello globale, la leva finanziaria netta degli emergenti è in calo”.

4) Azionario ancora interessante

Per l’esperto, a dispetto del rischio/rendimento poco attraente, vi sono ancora diverse opportunità per quanto concerne il segmento azionario quality e growth, specie nel caso in cui i negoziati commerciali tra Usa e Cina dovessero proseguire. A corroborare questa ipotesi vi è l’aspettativa di una prosecuzione delle politiche monetarie accomodanti da parte delle banche centrali.

5) I settori azionari da privilegiare

A causa dei segnali che indicano un calo della produzione, gli investitori dovrebbero bilanciare l’esposizione tra titoli ciclici e difensivi. “In particolare, continuiamo a incrementare l’esposizione ai settori dell’healthcare e dell’energia e continuiamo a essere sovrappesati nell’Information Technolgy. Tuttavia visti gli attuali livelli elevati di liquidità e le strategie di arbitraggio del rischio ancora sottoinvestite, c’è il rischio che gli investitori comincino a rincorrere un mercato in crescita nel 2020”.

6) Ottimismo sull’azionario emergente

Stéphane Monier dichiara di essere ottimista sul mercato emergente, in particolare sul Brasile, in quanto si sta verificando un cambiamento della politica macroeconomica e una ripresa dell’economia in grado di stimolare la crescita degli utili. Le opportunità sugli emergenti potrebbero crescere in caso di risoluzione della trade war o di indebolimento del Dollaro Usa.

7) Nessuna bolla nelle valutazioni degli asset

“Al momento le valutazioni degli asset, di private equity, private debt o infrastrutture sembrano elevate, ma sono tutte supportate da un contesto di bassi tassi di interesse. Non sembra che ci sia una bolla in queste asset class alternative perché i prezzi e i fondamentali non sembrano scollegati”, sostiene Monier. Il real estate rimane invece una delle ultime asset class in grado di offrire un rendimento ragionevole e una volatilità limitata.

8) Attesa debolezza del Dollaro Usa

L’esperto sostiene come tra la forza del biglietto verde negli ultimi 2 anni si spiega con l’interazione delle tensioni commerciali, con il rallentamento della crescita globale e con la sovraperformance del Dollaro Usa a livello economico. “Tuttavia ora che i dati suggeriscono un forte calo dell’economia globale e ci sono i primi segnali di una soluzione della controversia commerciale, i rischi di coda si stanno dissipando. È probabile che questo getti le basi per una performance più debole per il dollaro nel 2020”.

9) Guardare alla Sterlina

Se il partito conservatore dovesse vincere le elezioni il prossimo 12 dicembre, verrebbe spianata la strada ai negoziati con l’UE. In questo contesto, la Sterlina dovrebbe spingere al rialzo, in quanto si escluderebbe quel che resta del premio per una no-deal Brexit.

10) Valute emergenti sottovalutate

Il rallentamento del commercio globale ha causato un rallentamento delle valute emergenti. Se questo elemento dovesse stabilizzarsi, si dovrebbe stimolare la crescita delle divise emergenti, le quali appaiono sottovalutate. “Preferiamo il rublo russo, il ringgit malese, il sol peruviano e il peso messicano: tutti valute sottovalutate che mostrano bilanci esterni solidi e, probabilmente, trarranno beneficio da fattori idiosincratici nel 2020”.

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