Isee, da sabato 1° aprile via libera all’aggiornamento dei dati patrimoniali. Chi ne può approfittare per abbassare l’indicatore e avere accesso a più bonus e agevolazioni.
Segnatevi questa data: sabato 1° aprile, quando per alcune famiglie sarà possibile aggiornare - e abbassare - l’attestazione Isee così da avere diritto a un maggior numero di bonus e agevolazioni. Ad esempio, si potrebbe cogliere questa opportunità per aumentare l’importo dell’assegno unico, prestazione che ricordiamo è legata alla situazione economica della famiglia che lo percepisce.
Ci riferiamo alla possibilità di richiedere l’Isee corrente per l’attestazione già richiesta nel 2023, così da tener conto di un eventuale peggioramento della condizione economica o patrimoniale avvenuta nell’ultimo anno. Nel dettaglio, mentre per l’aggiornamento dei redditi l’Isee corrente può essere richiesto in ogni momento, a patto di aver prima ottenuto l’attestazione ordinaria, per i patrimoni bisogna attendere almeno il 1° aprile di ogni anno.
Già sabato 1° aprile sarà quindi possibile ricorrere all’apposito servizio disponibile nell’area personale MyInps per richiedere un nuovo Isee che andrà a sostituire quello richiesto a inizio anno (ma con scadenza semestrale). In alternativa dal lunedì successivo ci si potrà rivolgere al patronato, portando con sé tutti i documenti necessari ai fini della richiesta dell’Isee corrente.
Cos’è e a cosa serve l’Isee corrente
L’Isee è l’attestazione che certifica la situazione economica del nucleo familiare prendendo in considerazione redditi e patrimoni riferiti a due anni prima. Proprio questo è un aspetto che negli anni ha generato non poche polemiche: ci si chiede, infatti, perché l’Isee guarda a un arco temporale così lungo, senza quindi considerare la condizione attuale del nucleo familiare.
Va detto che laddove nell’ultimo periodo ne risultasse un netto peggioramento, tanto dei redditi quanto dei patrimoni, la famiglia ha a disposizione lo strumento conosciuto come Isee corrente. In tal caso l’attestazione tiene conto di redditi e patrimoni riferiti all’anno prima, restituendo così una fotografia più aggiornata rispetto alla condizione economica del nucleo.
Nel dettaglio, l’Isee corrente si può richiedere sia in caso di peggioramento della situazione reddituale che per quella patrimoniale. Come anticipato, però, per quest’ultima la richiesta può essere avanzata dal 1° aprile di ogni anno.
Quindi, da sabato 1° aprile possono richiedere l’Isee corrente coloro che tra il 2021 (periodo preso in esame nell’Isee 2023 ordinario) e il 2022 hanno subito un peggioramento della condizione patrimoniale.
Chi può richiedere l’Isee corrente per aggiornare i patrimoni
Nel dettaglio, dal 1° aprile 2023 è possibile richiedere l’Isee corrente, aggiornando i dati patrimoniali al 31 dicembre 2022 (anziché 2021) laddove rispetto all’Isee ordinario ne risulti una riduzione superiore al 20% del patrimonio complessivo del nucleo familiare. Ciò vale tanto per i patrimoni immobiliari che mobiliari (in tal caso, quindi, bisognerà reperire la documentazione riferita a saldi e giacenze aggiornate al 31 dicembre 2022).
Quanto una variazione del patrimonio incide sull’Isee
Dal momento che l’Isee corrente può essere richiesto solo in caso di peggioramento della condizione economica, è ovvio che il valore finale dell’attestazione risulterà più basso rispetto a quello risultante dall’Isee 2023.
Ma di quanto? Per scoprirlo bisogna capire come si calcola l’Isee, ossia qual è il peso del patrimonio sul valore finale dell’attestazione.
Nel dettaglio, l’Isee è il quoziente risultante da due voci: il dividendo Ise, indicatore situazione economica, e il divisore Se, ossia la scala di equivalenza che tiene conto del numero dei componenti e delle loro caratteristiche.
In particolare, l’Ise viene calcolato sommando ai redditi percepiti (Isr) il 20% del patrimonio (Isp). Quindi, a parità degli altri elementi, la variazione del patrimonio incide parzialmente sul risultato finale.
Prendiamo come esempio la famiglia composta da due maggiorenni (con scala di equivalenza pari a 1,57) con Isr pari a 30.000 euro e un Isp che nel 2021 è stato pari a 100.000 euro ma che nel 2022 è sceso a 50.000 euro, con una variazione quindi del 50% che legittima la richiesta dell’Isee corrente.
Partiamo dal calcolare l’Isee ordinario:
- Ise= 30.000 + 20.000
- Isee= 50.000/1,57
L’Isee, quindi, è pari a circa 31.847 euro.
Calcoliamo adesso l’Isee corrente:
- Ise=30.000 + 10.000
- Isee=40.000/1,57
L’Isee corrente, quindi, sarà pari a 25.477 euro.
Di fatto, ad avere maggior impatto sarebbe un’eventuale variazione della condizione reddituale, per la quale l’Isee corrente può essere richiesto - in qualsiasi momento dopo aver ottenuto l’attestazione ordinaria - in caso di variazione della situazione lavorativa ovvero un’interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo, oppure per una variazione della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare superiore al 25% rispetto alla situazione reddituale individuata nell’Isee calcolato ordinariamente.
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