Solo in un caso il rilascio dell’Isee è a pagamento: ecco quando il Caf può chiedere un corrispettivo per il rinnovo dell’attestazione.
È arrivato il momento del rinnovo dell’Isee 2025 per il quale molti italiani si rivolgeranno ai centri di assistenza fiscale (Caf) nonostante la possibilità di richiederlo in autonomia dal sito dell’Inps utilizzando il modello precompilato.
A tal proposito, chi sta per rivolgersi al Caf per il rilascio del nuovo Isee è curioso di sapere se bisognerà pagare o meno per questa procedura, visto che ci sono alcuni uffici che chiedono un corrispettivo per questo tipo di pratiche e altri dove invece sono completamente gratuite. Ad alimentare i dubbi ci sono le novità introdotte lo scorso anno che hanno modificato la convenzione tra Inps e centri di assistenza fiscale proprio per il rilascio dell’Isee, prevedendo delle situazioni in cui il rilascio è a pagamento.
Andiamo con ordine, spiegando intanto che il rilascio dell’Isee è un servizio in convenzione con lo Stato che si fa carico della maggior parte dei costi per la copertura dello stesso. Per questo motivo, in genere l’invio della Dsu ai fini Isee dovrebbe essere gratuito, per quanto tuttavia bisogna tener conto delle novità introdotte dal decreto legge n. 48 del 2023 con le quali alcune norme sono cambiate legittimando la richiesta di un compenso entro però un certo importo.
Non sempre quindi il Caf può chiedere soldi in cambio dell’Isee, ma solo in determinate circostanze. Vediamo quali e quanto eventualmente bisogna pagare.
Quando si paga per l’Inps rilasciato da Caf e patronati
Per fare domanda per il nuovo Assegno di inclusione o anche per avere diritto all’importo dell’Assegno unico calcolato in base alla propria fascia di reddito, è essenziale rinnovare l’Isee non appena possibile, meglio se entro il 31 gennaio 2025.
Per questo motivo, i mesi di gennaio e febbraio sono d’intenso lavoro per Caf e patronati, a cui sono soliti rivolgersi quei cittadini che hanno difficoltà con la richiesta “fai da te” disponibile sul sito dell’Inps perché ritenuta troppo complicata e temono di commettere errori.
Come anticipato, poco cambia per il cittadino visto che tanto tramite il servizio precompilato disponibile sul sito dell’Inps quanto quando ci si rivolge a un centro di assistenza fiscale il rilascio dell’Isee deve essere gratuito. L’Inps, infatti, ha stipulato delle convenzioni per il riconoscimento di un compenso per i vari servizi offerti, tra i quali rientra il rilascio dell’Isee. È l’Istituto, quindi, a pagare il Caf per il servizio effettuato ed è per questo che non è giustificata la richiesta di pagamento al cittadino.
Lo specifica chiaramente il messaggio Inps 2439/2019, nel quale vengono indicati i termini della convenzione sottoscritta con caf e patronati in merito al rilascio dell’Isee.
A tal proposito, l’articolo 19 - nel quale vengono indicati i compensi erogati dall’Inps per ogni pratica lavorata dai centri - specifica che “i Caf si impegnano a non chiedere corrispettivi all’utenza per lo svolgimento di questo servizio”. Pertanto, non si paga per avere la dichiarazione Isee, in quanto l’intermediazione è un servizio compreso nel compenso erogato dall’Istituto.
Tuttavia, da ottobre 2023 le suddette regole sono state leggermente riviste. Diventa infatti a pagamento la correzione di omissioni o difformità nell’Isee: se serve intervenire nuovamente sulla stessa DSU, quindi, lo Stato non paga nulla al Caf che quindi è legittimato a chiedere un compenso fino a un massimo di 25 euro.
Quali servizi per il rilascio dell’Isee 2025 sono gratuiti al Caf
È bene sottolineare che nel rilascio dell’Isee sono compresi una serie di servizi.
Nel dettaglio, nell’attività di intermediazione sono comprese l’assistenza nella compilazione della Dichiarazione, la ricezione della stessa e la verifica della sua completezza. È sempre l’intermediario che si occupa della trasmissione della Dsu all’Inps, come pure del rilascio dell’attestazione riportante l’Isee. Ogni passaggio relativo al rilascio, come pure al rinnovo, dell’Isee, quindi, è “offerto” dall’Inps, il quale in un secondo momento pagherà Caf e patronati per l’assistenza fornita all’utente.
Visto quanto detto sopra, l’unico servizio non gratuito è quello di correzione della Dsu in caso di difformità oppure omissioni: solo in questo caso dovrete pagare ma comunque non più di 25 euro.
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