La contrazione registrata dall’economia italiana nel 2020 ha colpito in misura maggiore le regioni settentrionali, sia in termini di Pil che di ricadute occupazionali. A dirlo è l’Istat.
L’economia italiana ha chiuso il 2020 con una contrazione del Pil dell’8,9%. A dirlo è l’istituto di statistica che, nel suo ultimo report sull’economia italiana, ha rilevato come la crisi innescata dalla pandemia non abbia impattato alla stessa maniera le diverse aree del Paese.
Secondo le stime preliminari, gli effetti della crisi innescata dall’emergenza sanitaria hanno colpito in misura relativamente più accentuata le regioni del Centro-nord rispetto a quelle del Mezzogiorno.
Economia Italia: è il Centro-nord l’area più colpita
Nell’anno del Covid, il 2020, le economie delle regioni del Nord-est e del Nord-ovest hanno registrato una contrazione lievemente superiore rispetto alla media nazionale e pari al 9,1%.
Il dato è peggiore sia rispetto al -8,8% del Centro e sia nel confronto con il -8,4% messo a segno dalle regioni meridionali, dove il calo del Pil è dell’8,4%.
Fonte: Istat, Stima Preliminare del Pil e dell’occupazione Territoriale | Anno 2020
Andamento leggermente difforme per l’occupazione: in termini di occupati, i dati relativi il Mezzogiorno (-2,1%) ed il Nord-ovest (-2,1%) sono risultati in linea con quello nazionale, mentre Nord-est (-2%) e Centro (-1,9%) hanno registrato una dinamica leggermente migliore.
Il settore delle Costruzioni è l’unico ad aver registrato un incremento a livello nazionale: la crescita maggiore è stata registrata dalle regioni meridionali (+2,4%) mentre il dato peggiore si registra al Centro, con una lievissima flessione (-0,1%).
Fonte: Istat, Stima Preliminare del Pil e dell’occupazione Territoriale | Anno 2020
A livello settoriale, il comparto più penalizzato dall’emergenza sanitaria è stato quello del Commercio, dei pubblici esercizi, dei trasporti e delle telecomunicazioni che al Nord-est e nel Mezzogiorno ha perso il 14,5% del valore aggiunto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA