L’inflazione in Italia rallenta su base annua, secondo i dati di gennaio: +10,0% rispetto al precedente +11,6%. Ma la buona notizia nasconde un inganno: quali prezzi aumentano?
Inflazione in rallentamento in Italia secondo i dati di gennaio 2023.
Istat ha reso noto che su base mensile l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,1% e a livello annuale un +10,0%. Si è verificato, quindi, un freno considerando il dato precedente di +1,6% (su base annuale) e stime a 10,1%.
Il dettaglio dell’andamento inflazionistico, però, ha mostrato diverse sfumature, mettendo in risalto che ci sono ancora prezzi in accelerazione: quali?
Per i consumatori, i dati sull’inflazione di gennaio in Italia non sono stati del tutto rincuoranti. Perché esiste, in realtà, un “inganno” nel rallentamento dei prezzi?
Inflazione in Italia: tutti i dati, quale rallentamento dei prezzi?
Il commento di Istat riguardante i dati pubblicati il 22 febbraio sui prezzi al consumo in Italia a gennaio 2023 è chiaro nell’inquadrare cosa sta realmente accadendo all’inflazione:
“A gennaio, l’inflazione evidenzia un netto rallentamento, scendendo a +10,0%. La discesa risente dell’andamento delle componenti più volati dell’indice dei prezzi al consumo, fortemente condizionato dall’inversione di tendenza dei Beni energetici regolamentati (-12,0% su base annua). Restano diffuse, tuttavia, le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti, quali gli alimentari lavorati, gli altri beni (durevoli e non durevoli) e i servizi dell’abitazione, che contribuiscono alla lieve accelerazione della componente di fondo”
Nel dettaglio, l’inflazione di fondo, al netto quindi energia e alimentari freschi, è passata dal precedente 5,8% all’attuale 6,0%, mostrando una accelerazione. In sintesi, l’inflazione acquisita per il 2023 è al 5,2% per l’indice generale e al 3,2% per la componente di fondo.
Rispetto a un anno fa, sono rallentati i prezzi di:
- Beni energetici regolamentati: da +70,2% a -12,0%;
- Energetici non regolamentati: da +63,3% a +59,3%;
- Alimentari non lavorati: da +9,5% a +8,0%;
- Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona: da +6,2% a +5,5%
In crescita, invece, i prezzi dei Beni durevoli (da +6,4% a +6,8%), dei Beni non durevoli (da +6,1% a +6,7%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,1% a +3,2%).
Su base annuale, da evidenziare anche che i Beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono passati da +12,6% a +12,0%, con una attenuazione che, però, non si è palesata nei prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, cambiati da un +8,5% a un +8,9%.
L’illusione dei prezzi in rallentamento
C’è ancora una forte apprensione sul livello dei prezzi in Italia. A testimoniarlo è stato il Codacons, che non ha esitato a parlare di una “illusione ottica” dell’inflazione in rallentamento.
Secondo l’associazione consumatori, infatti, il freno è dovuto esclusivamente al calo dei prezzi energetici. Altri beni e servizi continuano a pesare fortemente sulla spesa delle famiglie.
Il presidente del Codacons ha lanciato l’allarme: “Il caro-prezzi continua purtroppo anche a gennaio ad abbattersi sugli italiani, con il tasso al 10% che, a parità di consumi e considerata la spesa totale annua delle famiglie, rappresenta una mazzata da +2.925 euro annui per la famiglia tipo, +711 euro solo per il cibo.
Cifra che lievita ancora di più per le famiglie con due figli, con una spesa di 3.788 euro, dei quali 969 euro per acquisti alimentari.
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