I dati diffusi oggi dall’Istat hanno evidenziato un aumento dei lavoratori inattivi, mentre continua a correre l’inflazione.
Notizie negative dal fronte occupazionale in Italia con il recupero dalla crisi da coronavirus che sembra aver subìto uno stop nel mese di agosto.
I dati dell’Istat pubblicati oggi indicano un calo degli occupati nel nostro paese ad agosto, pari a 80 mila rispetto a luglio.
Gli occupati sono scesi a 22,78 milioni e il tasso di occupazione ha visto una riduzione dello 0,2%, scendendo al 58,1%. I livelli occupazionali, inoltre, restano inferiori al periodo pre-pandemia (febbraio 2020) di 390 mila unità (-0,6 punti), sottolineava l’istituto di statistica.
La disoccupazione in Italia nel mese di agosto
Il mese di agosto si è caratterizzato per la diminuzione del numero degli occupati visto che il (lieve) calo dei disoccupati è stato controbilanciato da una forte crescita degli inattivi.
Tra luglio e agosto cresce il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,5%, pari a +64mila unità) e il tasso di inattività sale al 35,8% (+0,2 punti).
Nell’ottavo mese dell’anno, la flessione dell’occupazione pari allo 0,3% ha riguardato gli uomini, e in misura più accentuata le donne, coinvolgendo dipendenti, autonomi e tutte le classi d’età.
Il tasso di occupazione è sceso di 0,2 punti percentuali (58,1%) e le persone in cerca di lavoro sono calate dello 0,2%, in particolare tra gli uomini, i giovani di 15-24 anni e gli ultra 50-enni.
Il numero di persone in cerca di lavoro risulta in calo anche rispetto all’agosto 2020, con una riduzione di 180 mila unità (-7,2%), al pari degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,7%, pari a -230mila), che era aumentato in misura eccezionale all’inizio dell’emergenza sanitaria.
Stabile il tasso di disoccupazione (9,3%) mentre gli analisti si attendevano lieve calo al 9,2%, e risulta più basso di 0,4 punti rispetto ai mesi precedenti la crisi da Covid 19.
Aumenta ancora l’inflazione
L’Istat ha anche diffuso le stime preliminari sull’inflazione in Italia, indicando una nuova accelerazione nel mese di settembre che la porta ai massimi dall’ottobre 2012. Rispetto ai dati del settembre 2020, specifica l’Istat, l’inflazione salirà del 2,6% in questo mese.
Una pressione inflazionistica particolarmente forte è arrivata dei beni energetici, sia per la componente regolamentata sia per quella non regolamentata, con la crescita de prezzi che si è portata dal +19,8% di agosto al +20,2% di settembre.
A questi si aggiungono gli aumenti dei beni alimentari (da +0,7% a +1,2%), dei beni durevoli (da +0,5% a +1,0%) e dei servizi relativi ai trasporti (che invertono la tendenza da -0,4% a +2,0%). Un contributo all’accelerazione dell’inflazione viene anche dai prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,5% a +1,8%).
Infine, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, aggiunge l’Istat, l’inflazione aumenta dal +0,6% al +1,1%.
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