I tecnici della Commissione europea sono a Roma per chiarire dei dubbi sullo Stato di diritto: l’Italia è nel mirino per le ultime riforme, cosa rischia il governo Meloni?
L’Italia è sotto ispezione Ue e per il governo presto potrebbe aprirsi un nuovo fronte con Bruxelles, il tutto mentre stiamo entrando nella lunga campagna elettorale che ci porterà alle elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno.
La notizia del giorno infatti è che a Roma - stando a quanto reso noto da La Repubblica - sono arrivati i tecnici della Commissione europea, pronti a recapitare all’Italia ben 19 domande sullo Stato di diritto.
I punti da chiarire sono in merito alle ultime riforme del governo e ai mancati miglioramenti da parte dell’Italia nelle criticità evidenziate lo scorso anno: si va dalla corruzione alla libertà di stampa e alla questione Rai, fino al conflitto d’interessi e alla giustizia.
Il governo adesso dovrà dare delle risposte a queste 19 domande, con il tema dello Stato di diritto che già ha creato non pochi problemi ad altri Paesi a trazione sovranista come Polonia e Ungheria.
Stato di diritto: l’Italia nel mirino dell’Ue
Ogni anno la Commissione europea fa una sorta di check sullo Stato di diritto dei 27 Paesi membri con tanto di approfondimenti a campione; quest’anno è toccato all’Italia anche perché il report dello scorso anno ha evidenziato diverse criticità che, negli ultimi mesi, non sarebbero state risolte dal governo Meloni che inoltre ha realizzato o messo in cantiere diverse riforme che preoccupano Bruxelles.
Sono così 19 i quesiti che i tecnici di Palazzo Berlaymont hanno consegnato all’Italia con i colloqui che sarebbero già in corso. Il primo tema è quello della giustizia e in particolare sull’ipotesi di una cancellazione del reato di abuso d’ufficio che non sembrerebbe piacere a Bruxelles.
L’altro tema dolente infatti è la corruzione in Italia dove si sta vagliando una stretta sull’utilizzo dei trojan, ma l’Ue vuole risposte anche sul tema del conflitto di interessi e dei movimenti intorno alla prescrizione. Delucidazioni sono state chieste anche sulla riforma del premierato che ha iniziato il suo iter parlamentare.
Poi c’è il tema della libertà di stampa, con l’Europa che vuole capire il perché di tante cause intentate dai politici nei confronti dei giornalisti; infine c’è il capitolo Rai con l’Ue che vuole maggiori delucidazioni sulle interferenze politiche sull’indipendenza di Viale Mazzini.
Cosa rischia l’Italia?
La visita dei tecnici della Commissione europea al nostro governo può essere considerata di routine visto il check che ogni anno viene fatto sullo Stato di diritto; l’Italia però deve dare molte risposte a Bruxelles che vuole vederci chiaro sulle intenzioni dell’esecutivo soprattutto in materia di giustizia, lotta alla corruzione e libertà di stampa.
Il governo Meloni ora potrà prendere atto di queste problematiche evidenziate dall’Ue e magari rivedere alcune sue decisioni, oppure ignorare la questione e tirare dritto per la propria strada.
Se questi dubbi non dovessero essere chiariti allora Palazzo Berlaymont potrebbe aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto del diritto europeo.
Queste procedure di infrazione poi dovranno essere supportate dall’Eurocamera che, in questa legislatura, già ha punito per violazione dello Stato di diritto la Polonia e l’Ungheria.
Questi due Paesi così si sono visti congelare parte dei fondi comunitari e del Pnrr a loro destinati, con l’Ungheria che solo di recente ha potuto avere accesso a una prima tranche di questi soldi.
Lo stesso destino potrebbe toccare all’Italia se la Commissione europea dovesse rilevare gravi criticità nello Stato di diritto senza vedere poi in futuro dei miglioramenti da parte del governo, ma ancora è molto presto per fare discorsi del genere senza contare che le prossime elezioni europee potrebbero far virare a destra Palazzo Berlaymont.
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