Secondo l’ultima indagine svolta dal Centro studi Unimpresa sulla base della Nadef al 30 settembre 2019, il costo del lavoro nei prossimi tre anni salirà di 13 miliardi di euro
Nei prossimi 3 anni il costo del lavoro è atteso in crescita di oltre 13 miliardi. È quanto emerge da un’indagine svolta dal Centro studi Unimpresa: nel report viene messo in luce come tale gettito deriverà dai versamenti previdenziali a carico delle aziende.
Nello specifico tale ammontare sarà pari a 241 miliardi di euro nel 2019, salendo a 245 miliardi di euro nel 2020, 248 miliardi di euro nel 2021 e 254 miliardi di euro nel 2022.
Secondo l’indagine, svolta dall’associazione sulla base della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza del 30 settembre scorso, tra il 2020 e il 2022 il gettito complessivo nelle casse dello Stato aumenterà del 7,6% (61,9 miliardi di euro), passando da 827 a 889 miliardi.
Previsto un incremento dei contributi sociali: pressione fiscale al 42,3%
L’analisi mette anche sotto i riflettori come sia previsto un aumento generalizzato dei contributi sociali, ossia dei versamenti delle imprese per i propri dipendenti. Nel dettaglio, nel prossimo triennio i contributi sociali passeranno da 254,9 miliardi di euro del 2019 a 254,9 miliardi di euro nel 2022.
In generale, è previsto un aumento di tutte le entrate pubbliche, le quali arriveranno nel 2022 a 889,1 miliardi di euro (+7,62% rispetto agli 827,1 miliardi dell’anno in corso). Per quanto concerne le entrate tributarie, queste sono attese in salita a 554,8 miliardi di euro (+9,62% dai 506,3 miliardi di euro del 2019): nello specifico tale aumento deriverà dalle imposte indirette, soprattutto l’Iva, le quali cresceranno del 16,02%, arrivando a 295,5 miliardi di euro nel 2022. Le imposte dirette invece aumenteranno del 3,20%, arrivando a 258,1 miliardi di euro nei prossimi 3 anni.
Nel complesso, la pressione fiscale è attesa in crescita dal 41,9% del 2019 al 42,3% del 2022.
Il consigliere di Unimpresa con delega al welfare e al lavoro, Giovanni Assi, ha commentato: “le aziende addirittura si stanno vedendo sottrarre quelle già poche misure a disposizione per mancanza di fondi. Gli imprenditori vogliono interventi tangibili e soprattutto stabili nel tempo su cui programmare la loro attività nel tempo”.
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