Italia verso la Fase 2, ma Speranza precisa: non siamo fuori pericolo

Anna Maria Ciardullo

20 Aprile 2020 - 11:32

L’Italia è vicina alla Fase 2, le misure anti-coronavirus avranno funzionato? Le dichiarazioni del ministro della Salute Speranza.

Italia verso la Fase 2, ma Speranza precisa: non siamo fuori pericolo

L’Italia è vicina alla Fase 2: le misure anti-coronavirus avranno funzionato? Secondo il ministro della Salute, Roberto Speranza, la battaglia non è ancora vinta, e bisogna mantenere alta la guardia sui rischi connessi alla COVID-19.

Ciò è vero soprattutto in vista di un’imminente ripresa, che egli aveva già descritto come il periodo più critico, indicando in cinque punti le azioni da intraprendere.

Parlando ai microfoni di Radio Capital, ha puntato infatti il focus sulla necessità di mantenere alta la soglia di attenzione, per non rischiare di rendere vani gli sforzi e i sacrifici fin qui portati avanti da governo e cittadini e che hanno consentito di salvare migliaia di vite.

Italia vicina alla Fase 2: le misure anti-coronavirus hanno funzionato?

Il ministro Speranza ha definito incoraggianti i dati emersi dai risultati delle misure fin qui adottate, il che significa che queste ultime hanno senza dubbio portato benefici tangibili.

Questo, risulta particolarmente evidente osservando l’andamento degli ospedali italiani, che da una situazione di collasso registrano un costante calo dei ricoveri, soprattutto un alleggerimento delle terapie intensive.

“eravamo arrivati a 4 mila letti occupati per COVID, mentre ieri sera il dato era poco più di 2.600. Quindi, c’è una tendenza che va nella direzione giusta, ma la guerra continua”

ha dichiarato il ministro nell’intervista.

Il prezzo da pagare a causa del lockdown in tutto il mondo, ha insistito ancora Speranza, sarà altissimo alla fine, ma rinunciare alla normalità, alla produttività aziendale, alla vita sociale è stato necessario per mettere davanti a tutto la salute e la vita delle persone e ridurre il numero delle potenziali vittime da coronavirus.

Avere troppa fretta di ripartire, anticipando ad esempio la riapertura delle scuole e dei ristoranti, vorrebbe dire infatti “riaprire i rubinetti dei contatti”, favorendo una nuova ondata di contagi.

L’ha spiegato sempre a Radio Capital il virologo Maurizio Pregliasco, secondo il quale attendere i primi di maggio sia il minimo per sperare in livelli accettabili di rischio.

Prepararsi alla Fase 2 con un piano di regolamentazione condiviso

Il prossimo step, secondo il ministro Speranza, è quello di organizzare un incontro tra le forze sociali, i rappresentanti del mondo dell’impresa, le istituzioni e i sindacati.

L’obiettivo è irrobustire il piano previsto nel documento del 14 marzo (Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro) già frutto di un impegno congiunto durato settimane e, sulla base di questo, mettere nero su bianco quali saranno le condizioni necessarie per ripartire dopo il 4 maggio.

Parlando del fermento che ha spinto molti leader regionali a chiedere riaperture anticipate, Speranza ha ricordato come non ci sia alcuna differenza tra le regioni del Sud e quelle del Nord, rammentando l’importanza di lavorare tutti insieme: “guai a dividersi, lasciamo le polemiche e riflessioni sul Titolo V a dopo l’emergenza”.

Il ministro, infine, si è espresso anche sulle sorti della nuova app di tracciamento ufficiale Immuni, che dovrà contribuire al monitoraggio dei contagi.

In questa vicenda non c’è una mossa salvifica” ha detto ma, oltre alla prima funzione essenziale di tracciare i contatti, “l’app potrà essere molto utile per rafforzare la sanità digitale del nostro Paese”, ha aggiunto.

Lavorando in queste direzioni forse si potrà stabilire presto quanto l’Italia sia effettivamente pronta alla Fase 2 e se le misure anti-coronavirus abbiano funzionato o meno.

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