L’IVA aumenterà dal 1° gennaio 2020 e passerà dall’attuale 22% al 25,2% ma sarà rimborsata nel 2021 a una solo condizione. A rivelarlo è il viceministro dell’economia Massimo Garavaglia
L’Italia si prepara alla formazione del nuovo governo. Dopo la caduta dell’esecutivo gialloverde e il nulla di fatto ottenuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella prima tornata di consultazioni, oggi e domani saranno due giorni fondamentali per il Bel Paese.
Proprio per questo, ieri sera M5S e PD hanno discusso per circa 4 ore per trovare un accordo. Secondo le fonti all’incontro era presente anche il dimissionario Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ritenuto imprescindibile dai pentastellati.
Nonostante i notevoli passi avanti, la riunione avrebbe portato nuovamente a uno stallo tra le due forze politiche, tant’è che a breve a Palazzo Chigi i cinque stelle e i dem si risiederanno allo stesso tavolo per stringere i tempi dell’accordo.
Accordo che se non dovesse arrivare domani alle 19, quando Mattarella terminerà l’ultimo giro di consultazioni incontrando il M5S, costringerà probabilmente il Presidente della Repubblica a indire nuove elezioni in autunno.
L’IVA aumenterà al 25%, ma sarà rimborsata
E se da una parte la formazione del nuovo governo è ancora un punto interrogativo, dall’altra spunta una nuova certezza: l’IVA a partire dal 1° gennaio 2020 aumenterà.
A rivelarlo a Italia Oggi è Massimo Garavaglia, viceministro dell’economia del dimissionario governo gialloverde che sottolinea “l’aliquota ordinaria che passerà dal 22% attuale al 25,2% e quella agevolata dal 10% al 13%”.
L’aumento però non sarà previsto per tutti. Infatti Garavaglia rivela che “per chi pagherà con bancomat e carte di credito la differenza di aliquota sarà rimborsata nel 2021”.
Una mossa che quindi si pone un obiettivo ben preciso: disincentivare l’uso del denaro contante e far diventare l’IVA, insieme al cosiddetto evasometro, un nuovo strumento utile contro l’evasione fiscale.
Resta da capire però se quanto dichiarato dal viceministro pentastellato è in linea con il principio espresso dall’art.53 della Costituzione che specifica che le tasse devono essere prestabilite in modo certo e che non possono essere introdotti dei possibili bonus.
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