Jannik Sinner positivo al doping? Ecco cosa è successo davvero e cosa rischia adesso il tennista.
Jannik Sinner è risultato positivo al doping, lo dimostrano le analisi effettuate a marzo in occasione del Masters 1.000 di Indian Wells. Prima di temere uno scandalo, però, bisogna sapere che in seguito ad alcuni approfondimenti il campione è stato ritenuto innocente sotto tutti i punti di vista. Nessuna macchia sulla carriera del giovanissimo talento, né spazio a nuove polemiche sugli sport italiani.
Di fatto, Sinner non rischia nulla nonostante i risultati del test antidoping, non avrà conseguenze in ambito sportivo o legale perché non ha avuto colpa nell’assunzione della sostanza emersa nell’esame e tanto meno ne ha tratto vantaggio. Capiamo meglio cos’è successo.
Jannik Sinner positivo al doping
Per la partecipazione al Masters 1.000 di Indian Wells, che ha visto Sinner eliminato in semifinale contro Carlos Alcaraz, tennista spagnolo da record, sono stati effettuati come di routine i test antidoping ai giocatori. Gli esami di Jannik Sinner non sono risultati perfetti, perché hanno evidenziato delle tracce di Clostebol.
Quest’ultimo è uno steroide anabolizzante, pertanto incompatibile con la condotta richiesta agli sportivi, potendo pregiudicare l’equità e la salubrità con effetti sulla massa muscolare, sulla forza e sull’energia. Nulla è stato però lasciato al caso, l’International tennis integrity agency (Itia) ha condotto un’indagine approfondita da cui è emersa l’innocenza del tennista. Non a caso, non è stata pregiudicata la sua partecipazione al torneo e non ci saranno conseguenze pregiudizievoli per il futuro della sua carriera sportiva.
Cos’è il Clostebol
Come anticipato, il Clostebol è uno steroide anabolizzante che può migliorare - illecitamente - le prestazioni sportive degli atleti, pertanto proibito dall’Agenzia mondiale antidoping. Il problema è che, come per numerose sostanze, il suo utilizzo è molto più variegato anche nel campo medico. Esistono numerose creme dermatologiche a base di Clostebol, per esempio per combattere le infezioni e curare le lesioni della pelle, vendute in farmacia senza obbligo di ricetta medica in Italia.
Cosa rischia adesso Sinner?
Ci sono quindi diversi modi con cui una persona comune può entrare in contatto con il Clostebol. Ovviamente da uno sportivo, tanto più da un atleta di un certo livello, ci si aspetta un’estrema attenzione. Il bugiardino di questi prodotti, peraltro, spiega chiaramente che alcuni componenti sono considerati doping.
È stato però appurato che Sinner è entrato in contatto con lo steroide in modo del tutto inconsapevole. L’indagine dell’Itia ha infatti constatato che la contaminazione è avvenuta per mezzo del fisioterapista del tennista, che aveva utilizzato la pomata su sé stesso, dunque senza alcun tipo di responsabilità in questo senso. L’unica colpa del fisioterapista, più che altro una dimenticanza, è stato aver trattato il paziente senza guanti (non obbligatori comunque).
Sfortuna ha voluto che durante i trattamenti venisse in contatto con una lesione cutanea del tennista, causando appunto la contaminazione. Il modo del tutto smaliziato con cui Sinner è entrato in contatto con lo steroide, che ripetiamo è stato appurato con un’indagine, non è l’unico elemento su cui si fonda la sua innocenza. La quantità di steroide nel sangue del campione è un elemento cruciale: meno di un miliardesimo di grammo.
Questo innanzitutto avvalora la tesi della contaminazione involontaria e circoscritta, ma evidenzia anche che il tennista non ha avuto alcun tipo di vantaggio ingiusto dalla sostanza, visti gli effetti pressoché nulli di quelle quantità in prossimità del torneo. Si può con piacere apprendere che Jannik Sinner è estraneo alle accuse di doping, confermandosi un atleta onesto che fa affidamento soltanto su talento, determinazione e costanza.
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