L’economia globale è un rebus, i motivi sono 5

Violetta Silvestri

20 Luglio 2024 - 15:27

L’economia globale è intrappolata in un contesto complesso: basta analizzare questi 5 temi emersi nella scorsa settimana per capire quali sono le sfide ancora aperte e incerte.

L’economia globale è un rebus, i motivi sono 5

Uno sguardo agli ultimi eventi economici aiutano a capire perché l’economia globale è sotto pressione.

I segnali contrastanti dell’inflazione; la titubanza delle banche centrali a confermare o a iniziare il taglio dei tassi; la turbolenza in Borsa con l’altalena dei titoli tech; il difficile percorso cinese verso una piena ripresa; i problemi politici e di bilancio Usa e l’incertezza sul rilancio europeo (con i Governi francese e britannico in focus) sono soltanto alcuni degli ostacoli all stabilità finanziaria.

La settimana appena trascorsa, per esempio, ha messo in luce almeno 5 fattori cruciali per fotografare il contesto economico internazionale. Da questi temi si intuisce perché l’incertezza sia tornata in primo piano.

1. Inflazione e tassi, caos Europa?

L’inflazione dei servizi nel Regno Unito, che i decisori politici hanno osservato per individuare segnali di continue pressioni sui prezzi interni, è rimasta stabile al 5,7% per il secondo mese consecutivo.

La persistenza del dato complicherà ulteriormente i calcoli prima che il governatore Andrew Bailey annunci la prossima decisione della BoE il 1° agosto, anche con l’inflazione generale che si mantiene stabile all’obiettivo ufficiale del 2%.

Inoltre, il nuovo governo laburista di Keir Starmer ha subito una doppia battuta d’arresto: i dati di giugno hanno mostrato che le vendite al dettaglio nel Regno Unito sono diminuite dell’1,2%, più del previsto, e che l’indebitamento pubblico ha superato le previsioni ufficiali.

La Bce, intanto, raggiungerà il suo obiettivo di inflazione nel 2025, secondo il suo sondaggio trimestrale di analisti professionisti. I risultati sono stati resi noti dopo che l’Eurotower ha mantenuto i tassi di interesse al 4,25% senza fornire un segnale chiaro su quando allenterà nuovamente la politica monetaria. Le scommesse di mercato puntano verso altri due tagli nel 2024, anche se i funzionari cominciano a valutare anche una sola mossa.

2. Battuta d’arresto in Cina

La crescita della Cina ha registrato inaspettatamente un rallentamento, raggiungendo il ritmo peggiore in cinque trimestri.

La crisi della spesa dei consumatori ha indebolito il boom delle esportazioni, esercitando pressione sui decisori politici affinché intensifichino il sostegno economico.

3. Usa sotto pressione tra dati e guerra dei chip

Le vendite al dettaglio Usa sono aumentate a giugno più degli ultimi tre mesi, segno che i consumatori hanno ripreso fiducia alla fine del secondo trimestre. L’incrocio di dati resilienti sulla domanda con flessioni sul lavoro o i prezzi dovrebbe portare a una maggiore convinzione della Fed nell’allentare i tassi. Per ora si attendono nuovi aggiornamenti.

L’amministrazione Biden, di fronte alla pressione esercitata sulla repressione dei chip in Cina, ha detto agli alleati che sta valutando di ricorrere a più severe restrizioni commerciali disponibili se aziende come Tokyo Electron Ltd. e ASML Holding NV continueranno a dare al dragone l’accesso alla tecnologia avanzata dei semiconduttori. Le aziende statunitensi però ritengono che le restrizioni sulle esportazioni verso la Cina le abbiano punite ingiustamente.

4. Egitto-Russia, legame all’insegna del grano

Il principale importatore di grano, l’Egitto, ha effettuato il suo più grande acquisto in due anni, un altro segnale che il calo dei prezzi dei cereali sta aumentando la domanda.

L’acquirente statale del Paese ha prenotato 770.000 tonnellate in una gara d’appalto martedì, il più grande affare del genere da giugno 2022, secondo i dati compilati da Bloomberg. La maggior parte delle forniture arriverà dalla Russia, la prima volta che il principale esportatore mondiale ha dominato le vendite all’Egitto in una gara d’appalto per la nuova stagione.

5. Allarme dal FMI

Il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che l’inflazione in molte delle principali economie si sta raffreddando più lentamente del previsto, aumentando un potenziale rischio per la crescita globale dovuto ai tassi di interesse che rimangono “più alti ancora più a lungo”.

Nonostante questi avvertimenti, il FMI ritiene che l’economia globale sia ancora pronta per un atterraggio morbido. Attenzione, però, a cosa potrebbe accadere negli Usa: il debito elevato e un’inflazione instabile, oltre alla resilienza economica, richiamano alcune accortezze. Per il fondo occorrono più tasse e maggiore prudenza da parte della Fed. Un taglio dei tassi a settembre non è auspicato.

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