All’ombra del Cremlino, almeno in linea teorica, i cittadini russi non potrebbero acquistare prodotti di alcuni brand stranieri. E invece...
La chiamano economia parallela perché opera, cresce e si sviluppa accanto all’economia ufficiale che tiene in piedi un Paese. In alcuni casi è tuttavia la prima delle due economie citate a far funzionare intere nazioni. L’esempio più eclatante chiama in causa la Russia, travolta dalle sanzioni occidentali in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina e «abbandonata» dalle grandi multinazionali e aziende occidentali.
All’ombra del Cremlino, almeno in linea teorica, i cittadini russi non potrebbero acquistare prodotti di alcuni brand stranieri. Il governo, allo stesso tempo, dovrebbe riscontrare difficoltà nel rifornirsi di alcuni beni sanzionati e riscontrare gravi problemi economici. A Mosca e dintorni, almeno nel breve termine, non starebbe però succedendo niente di simile.
Il mercato russo ha semplicemente dimostrato una resilienza inaspettata, sapendosi adattare alle sfide derivanti dall’esodo di marchi stranieri e dal regime sanzionatorio avallato da Europa e Stati Uniti. La riprova di quanto appena detto si trova in un lungo articolo di Al Jazeera, che ha spiegato come i residenti moscoviti riescano, senza problemi di alcun tipo, ad acquistare, ad esempio, dispositivi Apple nonostante il ritiro dell’azienda dal mercato russo. [...]
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