La rivalità in Europa tra ECR e ID, i due gruppi presieduti rispettivamente da Giorgia Meloni e Marine Le Pen. Ma un reale cambiamento è improbabile.
L’Europa si prepara a virare a destra dopo le elezioni europee, anche se difficilmente si assisterà a una vera svolta nelle politiche comunitarie per molteplici ragioni. Secondo i sondaggi, infatti, il Partito Popolare Europeo (EPP) e l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) dovrebbe essere i più due partiti maggiori, anche se i secondo rischiano di passare dagli attuali 154 a 135, mentre i popolari dovrebbero aumentare i propri seggi, da 182 a 184. Ma è alla destra dei popolari che si attende l’exploit, con il Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR), presieduto dalla premier Giorgia Meloni e formato, tra gli altri, dai Democratici Svedesi, da Vox e dal polacco Diritto e Giustizia, che dovrebbe aumentare i propri rappresentanti da 62 a 81 eurodeputati.
Si attende anche una crescita importante dell’altro raggruppamento sovranista, Identità e Democrazia (ID), di cui fa invece parte la Lega del vicepremier Matteo Salvini e la cui leader è Marine Le Pen del Rassemblement National, mentre Verdi e liberali rischiano di perdere seggi e rappresentanti per strada. “Stiamo assistendo a uno spostamento a destra davvero significativo”, ha dichiarato a Politico Simon Hix, professore di politica comparata presso l’Istituto universitario europeo, riferendosi alle elezioni di giugno, quando 400 milioni di persone saranno chiamati alle urne per eleggere 720 rappresentanti a Bruxelles.
La sfida a destra in Europa: Giorgia contro Marine
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