L’oro posseduto dalla Banca d’Italia è secondo solo a quello di Federal Reserve americana e Bundesbank tedesca e per il 43% si trova negli Stati Uniti.
In un mondo sempre più digitale, la fisicità dell’oro continua ad avere una sua importanza per le banche centrali. E un valore immenso, soprattutto adesso che il prezioso metallo ha raggiunto il prezzo di oltre 2.173 dollari per oncia troy.
Negli anni alcuni paesi hanno accumulato considerevoli possedimenti di oro, in lingotti e monete. Tra questi c’è l’Italia che, attraverso la Banca d’Italia, ne detiene 2.452 tonnellate. Se si considerano le ricchezze dei soli Stati (con esclusione quindi di quelle del Fondo Monetario Internazionale), il “tesoro” italiano risulta terzo al mondo, dietro solamente alle riserve auree della Federal Reserve degli Stati Uniti e alla Bundesbank tedesca.
L’oro totale posseduto dalla Banca d’Italia è costituito per la gran parte da lingotti (95.493) e in via residuale da oltre 871 mila monete (pari a 4,1 tonnellate), per un valore complessivo che a marzo 2024 supera i 150 miliardi di euro. [...]
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