La crisi del gas sarà lunga e piena di insidie: lo ha ricordato anche il Qatar, uno dei protagonisti per le forniture del Gnl, anche in Europa. Perché c’è allarme e cosa aspettarsi.
Le sfide energetiche non sono affatto finite: il mondo avrà bisogno di gas naturale per molto tempo e sono necessari maggiori investimenti per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e prezzi accessibili durante la transizione energetica globale.
Questa la sintesi di un intervento dei ministri dell’energia di Qatar ed Emirati Arabi Uniti. I Paesi sono protagonisti assoluti del nuovo equilibrio geopolitico che si sta costruendo nel settore e che coinvolge in primis l’Europa.
Archiviata la parentesi dell’indignazione durante i mondiali di calcio, ora la monarchia del Golfo è tornata a essere amica e alleata cruciale per i Paesi Ue, Italia compresa. Per questo, l’allerta giunta da Doha non è rimasta inascoltata.
Il Qatar è uno dei principali produttori mondiali di gas naturale liquefatto (Gnl). Gli Emirati Arabi Uniti stanno anch’essi concentrando la loro attenzione sul mercato del gas, mentre l’Europa cerca di sostituire le importazioni di energia dalla Russia.
Quali sono i rischi per il mercato del gas e perché c’è ancora allarme per le ricche monarchie del Golfo.
Il gas del Qatar non basta: cosa significa?
Il concetto è piuttosto semplice: i mercati del gas naturale potrebbero subire oscillazioni per i prossimi anni perché c’è ancora troppo poca offerta per soddisfare la crescente domanda.
“Sarà una situazione instabile per qualche tempo a venire”, ha detto Saad al-Kaabi, monistro dell’Energia qatarino, in una conferenza del Consiglio Atlantico ad Abu Dhabi. “Stiamo portando molto gas sul mercato, ma non è abbastanza”.
Il prossimo inverno potrebbe essere duro per i consumatori di gas nell’emisfero settentrionale, ha affermato, poiché probabilmente faranno fatica a ricostituire le proprie scorte in assenza di flussi dalla Russia.
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I prezzi del gas sono aumentati vertiginosamente dopo la guerra, per poi crollare dalla metà del 2022 con il rallentamento delle economie e grazie all’aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto da parte dell’Europa, anche dal Qatar. Inoltre, un inverno più caldo del normale in Europa ha aiutato.
Tuttavia, prezzi restano molto al di sopra delle medie storiche e potrebbero rimbalzare se la riapertura economica della Cina la porterà ad aumentare gli acquisti di gas.
A fronte di una domanda in crescita, l’offerta non è sufficiente. Kaabi, che è anche CEO di QatarEnergy, ha affermato che sono in corso trattative con molti attori in tutto il mondo.
“Ci sono molti acquirenti europei e asiatici e c’è la possibilità che entro la fine dell’anno l’intera espansione del Qatar sia esaurita”, ha affermato.
Il Qatar, che compete con gli Stati Uniti come primo esportatore mondiale di Gnl, sta investendo circa 45 miliardi di dollari per aumentare la sua produzione di quasi il 60%. Ma quel progetto non sarà finito prima del 2027.
Il Qatar firmerà anche i cosiddetti accordi di prelievo per le sue attività di Gnl negli Stati Uniti nel 2023, ha affermato. Il Paese del Golfo Persico possiede il 70% del terminal di esportazione Golden Pass a Sabine Pass, in Texas.
C’è molto movimento nel settore energetico e, nello specifico, tra attori ormai cruciali come le monarchie del Golfo. È la nuova geopolitica che avanza, con tutti i dubbi - non ultimi la questione diritti umani - che ne conseguono. L’Europa, però, rischia di restare intrappolata in una crisi, quella del gas, assai complessa e difficile da risolvere.
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