Per la Bce le banche europee devono temere rischi di instabilità finanziaria derivanti dal legame con i finanziamenti delle cosiddette banche ombra. Di cosa si tratta e perché è scattato un allarme.
La Bce ha lanciato un nuovo allarme per le maggiori banche europee, che potrebbero cadere nella trappola di rischi finanziari importanti.
In un tempo così complesso e pieno di insidie, che anche le banche centrali stanno in parte causando con il loro repentino rialzo dei tassi di interesse in risposta a un’inflazione da record, gli istituti di credito sono osservati speciali. Soprattutto dopo le difficoltà - e i fallimenti - di alcuni prestatori regionali Usa e del colosso svizzero Credit Suisse.
L’avvertimento in arrivo dall’Eurotower riguarda le cosiddette “banche ombra”, sempre più presenti nei finanziamenti dei principali istituti di credito dell’Eurozona e con vari punti di vulnerabilità. Per questo, le banche europee sono chiamate a maggiore prudenza. Crisi e crolli sono ancora all’orizzonte.
Bce: il nuovo allarme finanziario sono le banche ombra
La rapida crescita delle banche ombra - un gruppo che comprende assicuratori, hedge fund, gestori patrimoniali e fondi pensione - dalla crisi finanziaria del 2008 ha reso i prestatori della zona euro sempre più vulnerabili ai “rischi di liquidità, mercato e credito”, ha affermato la Bce in un rapporto di martedì 30 maggio.
I ricercatori della banca centrale hanno scoperto che nelle 13 maggiori banche della zona euro è accentrato l’80% di tutti i prestiti da banche ombra o intermediari finanziari non bancari (NBFI).
“È probabile che qualsiasi turbolenza nel settore NBFI colpisca in modo sproporzionato le banche grandi, complesse e di importanza sistemica, poiché le esposizioni alle attività, i collegamenti di finanziamento e le esposizioni ai derivati sono concentrate in questo gruppo”, hanno allertato i funzionari.
Nello specifico, le autorità di regolamentazione finanziaria globale sono preoccupate che l’aumento dei tassi di interesse e il calo dei prezzi delle attività in aree come gli immobili commerciali possano causare gravi stress tra le banche ombra, che sono regolamentate in modo meno severo rispetto agli istituti di credito.
Questi timori sono aumentati da quando Archegos Capital Management è crollato nel 2021, dopo aver subito pesanti perdite in seguito a scommesse rischiose sui mercati finanziari.
Il rischio maggiore identificato è che le banche ombra ritirino i loro fondi dalle banche, come depositi e accordi di riacquisto. Ciò potrebbe accadere se le banche ombra siano esse stesse colpite da deflussi o perdano fiducia in una banca.
Sebbene piccolo rispetto ai depositi al dettaglio e aziendali, il finanziamento dei depositi da parte delle entità NBFI può essere particolarmente vulnerabile ai cambiamenti delle condizioni di mercato, secondo il report Bce.
Un altro canale di potenziale trasmissione del rischio è attraverso il commercio di derivati delle banche, un quinto dei quali lo fanno con entità di banche ombra.
I prestiti e le altre esposizioni alle banche ombra rappresentano circa il 9% del totale delle attività degli istituti di credito della zona euro. Le banche ombra detengono anche circa il 28% di tutti i titoli di debito emessi dai prestatori della zona euro.
Banche nel mirino Bce: ci sono altri segnali di stress
Il rapporto è arrivato mentre la Bce pubblicava separatamente i dati mensili che mostrano come i prestiti bancari nell’Eurozona continuino a essere schiacciati da tassi di interesse più elevati e preoccupazioni per l’aumento dei rischi.
I prestiti bancari complessivi alle famiglie della zona euro sono cresciuti a un tasso annuo del 2,6%, il tasso mensile più basso da sei anni. I prestiti alle imprese sono aumentati a un tasso annuo del 3,8%, il ritmo più lento da oltre un anno.
I depositi bancari hanno continuato a diminuire, anche se a un ritmo più lento con un deflusso mensile di 18 miliardi di euro, poiché i deflussi di depositi overnight sono stati in parte compensati da afflussi di denaro in depositi a tempo determinato fino a due anni.
Questi cambiamenti nelle attività bancarie sono strettamente legate alla politica monetaria aggressiva della Bce, che vuole indebolire la domanda per raffreddare l’inflazione. La Banca centrale europea ha alzato i tassi al ritmo più veloce mai registrato nell’ultimo anno per combattere l’inflazione elevata, indebolendo la domanda di credito bancario e rallentando tutto, dal mercato immobiliare alle costruzioni e alla spesa dei consumatori.
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