La Cina e lo spettro della deflazione, cosa succede al dragone?

Violetta Silvestri

09/09/2024

I dati sull’inflazione cinese sono stati aggiornati e hanno deluso: la potenza asiatica viaggia verso la deflazione. Perché questo è un segnale di crisi e di allerta per tutti?

La Cina e lo spettro della deflazione, cosa succede al dragone?

Cina sotto i riflettori con gli ultimi dati sui prezzi che hanno confermato la crisi del dragone.

L’inflazione di fondo cinese si è raffreddata al livello più basso degli ultimi tre anni, alimentando le richieste di maggiori sforzi per incrementare la spesa delle famiglie. La debole domanda, infatti, mette sotto pressione l’obiettivo di crescita annuale e rischia di far impantanare la potenza asiatica nella trappola della deflazione.

I deludenti dati sui prezzi al consumo e alla produzione hanno impattato sull’indice CSI 300 cinese, che ha esteso le perdite iniziali, chiudendo la sessione mattutina in calo dell’1,1%. Il benchmark onshore è sul punto di scendere al minimo degli ultimi cinque anni, poiché persiste un sentiment ribassista in mezzo alla mancanza di utili e di ripresa economica.

Cina verso la deflazione? Cosa succede e perché il dragone delude ancora

L’indice dei prezzi al consumo in Cina, esclusi i costi volatili di cibo ed energia, è aumentato solo dello 0,3% ad agosto rispetto all’anno precedente, il minimo da marzo 2021, ha affermato lunedì il National Bureau of Statistics.

L’indice dei prezzi al consumo più ampio è aumentato dello 0,6%, deludendo le aspettative, nonostante sia stato sostenuto dai maggiori costi alimentari dovuti al maltempo del mese scorso.

Nel complesso, queste cifre forniscono un’ulteriore prova della debole domanda dei consumatori nella seconda economia mondiale, spingendo a richiedere ulteriori misure per scongiurare un ciclo negativo di calo dei ricavi, dei salari e della spesa delle aziende.

“La pressione deflazionistica in Cina sta diventando sempre più radicata”, ha affermato Michelle Lam, economista della Greater China presso Societe Generale. “Questo potrebbe alimentare una spirale discendente prezzi-salari che richiederà una risposta politica forte”.

Secondo il deflatore del Pil, un indicatore dei prezzi nell’intera economia, l’economia cinese sta affrontando la più lunga serie di cali dei prezzi dal 1999. La debole domanda di consumi e investimenti ha portato a intense “guerre di prezzi” in settori quali veicoli elettrici e solare. Ciò sta intaccando le possibilità della Cina di raggiungere il suo obiettivo di crescita di circa il 5%, poiché i consumatori ritardano gli acquisti e le aziende tagliano i salari.

Secondo i dati ufficiali, i prezzi dei veicoli sono scesi del 5,5%, mentre quelli dei telefoni e di altre apparecchiature di comunicazione sono scesi del 2,1%.

Anche i prezzi alla fabbrica sono rimasti bloccati nella deflazione, come è successo dalla fine del 2022, con l’inflazione alla produzione in calo dell’1,8% rispetto all’anno precedente, più della previsione degli economisti di un calo dell’1,5%.

La scorsa settimana, l’ex governatore della banca centrale Yi Gang ha invitato i decisori politici a concentrarsi sulla lotta alle pressioni deflazionistiche adesso. Il monito ha segnato un raro riconoscimento da parte di una figura cinese di spicco della sfida della nazione contro il calo dei prezzi.

La questione della deflazione cinese non ha solo una rilevanza economica nazionale, ma i suoi effetti sono globali (per questo i dati macro del dragone vengono attentamente monitorati). In generale, l’eccesso di capacità produttiva in un’economia in rallentamento - la Cina in questo caso - spingerà gli esportatori cinesi a tagliare i prezzi dei beni venduti all’estero.

In un contesto di ostilità commerciale, questo potrebbe rafforzare il sentiment avverso dei Paesi occidentali nei confronti della concorrenza sleale cinese.

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# PIL

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