La correzione delle borse è finita?

Tommaso Scarpellini

26 Marzo 2025 - 17:37

Mercati in ripresa dopo la correzione delle ultime settimane, in attesa del 2 aprile (Tariff day). Mentre gli indicatori tecnici sembrano segnalare rialzi imminenti, altri fattori indicano cautela.

I dati intraday e in tempo reale del Grafico S&P 500 sono tratti dalle quotazioni di prodotti OTC.

Il clima che si respira sui mercati in questi giorni è, tutto sommato, piuttosto tranquillo. Diciamo che «il mare è calmo» e, almeno per ora, non ci sono grandi onde da cavalcare.

Mentre i trader più speculativi si lamentano per l’assenza di volatilità, gli investitori di lungo termine possono finalmente tirare una boccata d’aria dopo settimane piuttosto turbolente. Solo pochi giorni fa si parlava di una potenziale recessione, forse in evoluzione verso la stagflazione, una guerra commerciale in corso e un riarmo europeo che solleva più domande che risposte.

Ora, invece, sembra esserci un po’ di pace dopo la tempesta. Ma questa quiete è reale o solo un’illusione prima dell’arrivo dell’inverno finanziario?

Un rimbalzo o l’inizio di una nuova fase?

È vero che il mercato è sceso in modo significativo: l’S&P 500 ha perso quasi il 10% dai massimi, mentre il calo dell’MSCI World è stato più contenuto, grazie al supporto dei mercati europeo e cinese. Tuttavia, dai minimi della scorsa settimana, lo stesso S&P 500 ha già recuperato circa un +4%. Niente male, soprattutto se si considera che le preoccupazioni di fondo (recessione, dazi, geopolitica) non sono affatto svanite.

Molti analisti ritengono che questa calma sia solo una fase di attesa in vista del 2 aprile, ribattezzata da molti la «giornata tariffe». Quel giorno, infatti, dovrebbero entrare in vigore le nuove misure commerciali degli Stati Uniti verso i cosiddetti «Dirty 15», tra cui anche l’Unione Europea. Tuttavia, il clima è incerto: alcune indiscrezioni parlano di un possibile ammorbidimento da parte della Casa Bianca, con Donald Trump che sembrerebbe meno convinto nel portare avanti dazi aggressivi.

E allora: cosa sta facendo davvero il mercato? Sta recuperando perché il peggio è passato, oppure è semplicemente in attesa di capire cosa succederà il 2 aprile prima di scegliere una direzione definitiva? Per rispondere, è utile guardare ad alcuni indicatori tecnici chiave.

RSI, MACD e Money Flows: segnali di rimbalzo?

Il Relative Strength Index (RSI) e il MACD (Moving Average Convergence Divergence), due fra i più noti indicatori di momentum, mostrano segnali di miglioramento. Dopo aver toccato livelli estremamente bassi, l’RSI è risalito sopra la fascia di ipervenduto, mentre il MACD ha incrociato al rialzo, generando un segnale d’acquisto sul grafico giornaliero dell’S&P 500. Anche i Bollinger Bands indicano una fase di ritorno verso la media dopo un’estensione eccessiva: il mercato, infatti, aveva toccato -3 deviazioni standard dalla sua media mobile, un evento raro e spesso preludio a un rimbalzo.

Un altro elemento importante sono i Money Flows, ovvero i flussi monetari in entrata e uscita dal mercato. Quando questi passano da negativi a positivi, come avvenuto la scorsa settimana, spesso indicano l’inizio di una fase di accumulazione da parte degli investitori istituzionali.

Anche gli indicatori di volume e breadth (ampiezza del mercato) stanno migliorando: il numero di titoli con segnali d’acquisto è in aumento e le transazioni avvengono su volumi più consistenti. In altre parole, c’è partecipazione al rialzo. Quando questi volumi sono consistenti e diffusi, solitamente si tratta di segnali incoraggianti per i mercati.

Le variabili macro: cosa dicono?

Dal punto di vista macroeconomico, le ultime proiezioni della Fed mostrano un aumento dell’incertezza: questo riflette dubbi sull’andamento dell’economia. Sul fronte inflazione, le previsioni PCE (Personal Consumption Expenditures) sono salite ma questo ha provocato una strana reazione a catena sulle prospettive dei tassi d’interesse per fine 2025. Il dot plot della Fed mostra ancora come previsione centrale un Fed Funds Rate a fine anno compreso tra il 3.75% e il 4.0%, ma le posizioni dei membri sono cambiate: mentre i membri che vedono tassi inferiori sono passati da 5 a 2 quelli che vedono tassi superiori sono aumentati da 4 a 8. Questo significa maggiore incertezza su un possibile doppio taglio dei tassi entro fine anno.

Come stanno reagendo i mercati?

Le Magnificent 7 (MAGS), che hanno un forte peso su S&P 500 e Nasdaq 100, stanno ancora soffrendo. Ma il resto del mercato non va poi così male:

L’S&P 500 Equal Weight ) è piatto se guardato in ottica TYD (annuale), ma sta mostrando un pattern di inversione, con possibile superamento della media mobile a 200 giorni; un segnale bullish in fin dei conti. Questo conferma come in realtà il crollo abbia riguardato solo alcuni titoli del mercato, e non tutti l’S&P 500. I settori più forti sono i ciclici e i difensivi, insieme ai mercati globali ex. USA (come Cina ed Europa). In sostanza, più che un mercato bearish, si potrebbe quasi parlare di «mean reversion»: una sorta di aggiustamento dei multipli di borsa verso valori medi, sia in positivo che in negativo.

In sostanza? Una pace duratura o illusione?

Questa fase di calma sui mercati potrebbe essere il preludio a un’inversione di tendenza, oppure semplicemente una pausa prima di una nuova ondata di vendite. Gli indicatori tecnici suggeriscono un rimbalzo, ma i rischi macro restano sul tavolo.

Il 2 aprile rappresenta un punto di snodo fondamentale: solo allora potremo forse capire se ci sarà una svolta definitiva o se l’inverno sui mercati è appena iniziato. Fino ad allora, meglio lasciarsi guidare dai dati, e non dalle emozioni.

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.