La crisi demografica italiana è la peggiore d’Europa, le stime di Scope Ratings

Violetta Silvestri

9 Ottobre 2024 - 15:32

L’Italia rischia di subire la crisi demografica peggiore d’Europa, con evidenti ricadute negative sui conti pubblici e sulla crescita. Il focus è di Scope Ratings.

La crisi demografica italiana è la peggiore d’Europa, le stime di Scope Ratings

Che l’Italia stia già affrontando la crisi demografica è cosa nota, così come è ormai provato che tutta l’Europa e l’Occidente vanno verso il declino a fronte di una giovane Africa e di un Sud-Est asiatico in rapida espansione.

Tuttavia, anche nelle dinamiche del calo delle nascite e dell’invecchiamento della popolazione non tutti i Paesi viaggiano alla stessa velocità. La demografia italiana è la peggiore in Europa in termini di potenziale impatto sulla economica tra il 2023 e il 2040, ha affermato mercoledì Scope Ratings, con un rapido aumento delle persone anziane che rappresenta una minaccia per le finanze dello Stato già appesantite dal debito.

I numeri sull’andamento demografico ed economico dell’Italia disegnano scenari incerti. Ecco cosa preoccupa Scope Ratings.

Italia, il bilancio demografico è il peggiore in Europa. Ecco perché

Numeri alla mano, nel 2023 le nascite in Italia sono diminuite per il quindicesimo anno consecutivo, raggiungendo il nuovo minimo storico di 379.000, il numero più basso dall’unificazione del Paese nel 1861, secondo i dati ufficiali.

“La popolazione in età lavorativa in Italia registrerà un calo di quasi il 19% tra il 2023 e il 2040, la riduzione più grande in Europa, superando le diminuzioni previste in Germania, Spagna (entrambe al 14%) e Francia (2%)”, ha scritto l’agenzia in un rapporto.

Una così ampia contrazione della forza lavoro sottolinea “la crescente importanza delle riforme del mercato del lavoro per le prospettive economiche a lungo termine dell’Italia”, si legge nel documento.

Il tasso di occupazione del Paese è già il più basso nell’Unione Europea a 27 nazioni. L’anno scorso il 66,3% degli italiani tra i 20 e i 64 anni aveva un lavoro, rispetto a una media UE del 75,3%, secondo i dati Eurostat.

Scope Ratings ha quindi sottolineato che “la partecipazione è particolarmente debole tra le donne. Con la maggior parte dell’occupazione concentrata nelle piccole e medie imprese, la produttività reale del lavoro per ora lavorata in Italia è aumentata dello 0,1% all’anno in media tra il 2014 e il 2023, al di sotto della media UE dello 0,8%.”

La situazione è particolarmente critica per le donne, che fanno fatica a conciliare maternità e lavoro.
La Banca d’Italia ha dichiarato che è fondamentale aumentare l’occupazione femminile per sostenere la crescita economica a lungo termine e rendere sostenibile il debito pubblico del Paese, che ammonta a quasi 3.000 miliardi di euro.

In questa cornice si inseriscono le ultime stime ISTAT, che ha rivisto al ribasso il tasso di crescita per il 2023 dallo 0,9% allo 0,7%, mentre il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato al Parlamento che l’obiettivo dell’1% di quest’anno potrebbe essere irraggiungibile.

Scope Ratings ha però affermato di prevedere una crescita dell’Italia pari a circa l’1% quest’anno e il prossimo, in linea con il Piano di Bilancio Strutturale a medio termine del Governo.

Sullo sfondo resta però da risolvere una crisi demografica che è classificata come la peggiore in Italia. La spesa pubblica, l’equilibrio tra forza lavoro e risorse pensionistiche, la copertura di servizi assistenziali sono tutti fattori fortemente dipendenti dalla composizione della popolazione. Un invecchiamento senza via d’uscita condanna il Paese allo stallo.

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