La famosa catena arredamento Conforama è in crisi. Cosa succede?

Violetta Silvestri

18 Marzo 2025 - 15:33

Conforama in difficoltà, con i lavoratori in agitazione e un piano industriale per il prossimo futuro poco chiaro: cosa sta succedendo alla famosa catena di arredamento?

La famosa catena arredamento Conforama è in crisi. Cosa succede?

Si apre un tavolo di confronto - se non proprio di crisi - presso il ministero dell’Industria e del Made in Italy anche per Conforama. La catena di arredamento diffusa in tutta Italia e che vanta ben oltre 1.000 dipendenti sul territorio e punti vendita in varie regioni è in agitazione.

Sono mesi che lavoratori e sindacati pressano i vertici per avere maggiore chiarezza sul futuro, soprattutto in seguito all’annuncio di trasferimenti a centinaia di chilometri di distanza di alcuni lavoratori sparsi in vari punti in Italia. Una mossa, quest’ultima, che è stata valutata come un “licenziamento mascherato” dalle parti sindacali e che alla fine l’azienda ha deciso di sospendere, con la volontà di riaprire il confronto con Filcams, Fisascat e Uiltucs.

Pur non avendo mai ufficializzato chiusure o piani concreti di licenziamento, Conforama non naviga in buone acque. L’incontro presso il Mimit dell’11 marzo scorso, come si legge nel comunicato ufficiale, “aveva l’intento di fare chiarezza sugli elementi di criticità e valutare possibili soluzioni per il rilancio di un’importante realtà commerciale del Paese, anche mediante l’eventuale intervento ministeriale.”

Cosa rischiano davvero i lavoratori di Conforama e perché c’è crisi all’orizzonte?

Conforama in crisi? Perché la catena di arredamento è in agitazione

27 punti vendita in Italia e 1109 dipendenti, comprendendo anche la controllata Emmezeta Moda, traballano da mesi: la storia di Conforama vive un momento non facile, nel quale potrebbe concretizzarsi un riassetto poco positivo per i lavoratori.

I riflettori del Mimit si sono accesi sull’ennesima catena di vendita in affanno in Italia, allungando la lista delle aziende che ormai faticano a mantenere margini soddisfacenti. Definire “un nuovo piano industriale, al fine di salvaguardare, in particolare, il livello occupazionale tramite il rilancio sostenibile del gruppo” è ora l’obiettivo primario di Conforama, da condividere possibilmente nella prossima riunione presso il ministero convocata per il 23 aprile.

La crisi ha cominciato a palesarsi nell’estate scorsa, come ha ricordato Simone Congiu, segretario provinciale Filcams Cgil Cagliari sul Sassari Today parlando delle problematiche dei lavoratori del sito sardo e delle lettere di trasferimento: “La questione riguarda Conforama a livello nazionale. L’azienda già da tempo lamentava un calo del fatturato e faceva presente la necessità di intervenire sul personale, sostenendo che altri negozi del gruppo fuori dalla Sardegna avessero bisogno di lavoratori. A noi i trasferimenti sono parsi sin da subito un modo per alleggerirsi del personale.”

Seppure non ha mai invocato chiusure o licenziamenti, Conforama si appoggia da tempo agli ammortizzatori sociali ed è finita sotto la lente di diversi sindacati a livello nazionale, allarmati da una sorta di “emorragia occupazionale”: da aprile 2024 a febbraio 2025 sono stati quantificati 130 occupati in meno, oltre il 10% del totale della forza lavoro dichiarata.

In un contesto di generale di crescita economica al palo dell’incertezza, di investimenti industriali bloccati da un futuro poco roseo, di consumi in frenata e di concorrenza diffusa, anche storiche aziende come Conforama rischiano grosso.

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