Più debito e maggiore spesa per la difesa: la nuova Germania targata Merz riparte da questa promessa, stando allo storico accordo raggiunto tra le forze politiche più importanti. Cosa cambierà?
“La Germania è tornata. Sta dando il suo grande contributo alla difesa della libertà e della pace in Europa”: con queste parole dal tono trionfante il cancelliere tedesco Merz ha annunciato uno storico accordo tra CDU/CSU, SPD e Verdi per un piano di spesa - e di debito - epocale.
Il blocco conservatore, che ha vinto le elezioni del mese scorso, e i socialdemocratici, che sono in trattative per formare un nuovo governo, hanno concordato un piano che allenterà il rigido freno al debito tedesco sancito dalla Costituzione, consentendo un aumento della spesa per la difesa e un “fondo speciale” da 500 miliardi di euro dedicato alle riforme infrastrutturali.
Merz, che è sul punto di diventare il nuovo leader della Germania, vuole siglare l’accordo di finanziamento prima che il parlamento si riunisca tra meno di due settimane. Il sostegno strappato al partito dei Verdi, che offre a Merz la prospettiva di una maggioranza di due terzi necessaria per una modifica costituzionale, equivale di fatto a far passare l’accordo.
In sostanza, i Verdi hanno ricevuto rassicurazioni sulla possibilità che 100 miliardi di euro del fondo per le infrastrutture saranno destinati al raggiungimento degli obiettivi climatici e alla transizione verso l’energia rinnovabile.
La notizia dell’accordo ha entusiasmato i mercati venerdì 14 marzo e fatto salire i rendimenti dei titoli di Stato della zona euro, le azioni e l’euro, in previsione del fatto che il piano di prestiti avrebbe dato impulso all’economia europea in senso più ampio. Il benchmark tedesco DAX è salito dell’1,6% e l’euro è aumentato dello 0,3%, portando i suoi guadagni finora questo mese a quasi il 5%.
In Germania sta davvero cambiando tutto? Cosa prevede il piano e quale sarà l’impatto sull’economia più importante d’Europa.
Debito e più difesa: la rinascita della Germania parte da qui? Ecco il piano
L’accordo appena raggiunto in Germania apre la strada a un voto che di fatto esenterà la spesa per la difesa dai vincoli del freno costituzionale al debito pubblico e creerà un fondo speciale da 500 miliardi di euro per finanziare progetti infrastrutturali al di fuori della normale spesa di bilancio.
Gli investimenti per la difesa dovrebbero essere esclusi dal limite di spesa costituzionale superiore all’1% della produzione economica. Anche le spese per la difesa civile, la sicurezza informatica e “gli aiuti agli Stati attaccati in violazione del diritto internazionale” - un chiaro riferimento all’Ucraina - saranno considerate spese per la difesa, il che significa che in teoria la Germania potrà prendere in prestito somme illimitate per finanziarle.
Se gli emendamenti alla costituzione venissero approvati segnerebbero un’inversione di tendenza storica rispetto a decenni di restrizioni fiscali, al fine di liberare una spesa massiccia per potenziare la difesa e dare una scossa all’economia tedesca. Il freno al debito tedesco è entrato in vigore nel 2009, durante il regno dell’ex cancelliera Angela Merkel e nel mezzo della crisi del debito europeo.
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Tuttavia, date le enormi sfide che la Germania e l’Europa devono ora affrontare, tra cui i progressi della Russia in Ucraina, le esitazioni del presidente degli Stati Uniti sugli aiuti all’esercito ucraino, le richieste di Trump di una maggiore spesa militare all’interno della NATO e l’economia tedesca in crisi, i conservatori hanno cambiato rotta per consentire centinaia di miliardi di euro di nuovi prestiti.
D’altronde, da tempo molti analisti criticano l’austerità tedesca sul debito perché ritenuta obsoleta e tale da imporre alla Germania limiti fiscali e, quindi, nello sviluppo.
“Con il piano attuale, il freno al debito potrebbe non essere del tutto eliminato, ma piuttosto sepolto vivo,” ha affermato Carsten Brzeski, responsabile macroeconomico globale di ING. “L’unica regola fiscale limitante per il governo tedesco sarà il Patto di stabilità e crescita (UE). E sappiamo dalle esperienze passate che queste regole possono essere morbide come il burro se necessario”.
Anche il think tank dell’Eurointelligence ha affermato che ciò equivarrebbe a una abolizione di fatto del freno al debito, sottolineando che ciò sarebbe positivo se accompagnato da riforme strutturali atte a garantire che la ripresa economica sia duratura.
Attenzione, infine, ai dettagli. Il piano bazooka tedesco consente di superare la rigidità del freno al debito per la difesa, non per tutti i settori. Anche in questo particolare si scorge la novità rivoluzionaria. Ci si riarma innanzitutto.
Boom nella spesa e impatto sull’economia: cosa accadrà in Germania?
Secondo quanto affermato dall’istituto economico tedesco DIW, il solo fondo infrastrutturale pianificato dalla Germania potrebbe aumentare la produzione economica di una media di oltre due punti percentuali all’anno nei prossimi 10 anni.
Grazie all’accordo sull’incremento della spesa per la difesa e le infrastrutture, nel 2026 si prevede una crescita del 2,1%, anziché dell’1,1%, ha affermato DIW.
Un altro istituto, l’IfW, ha anch’esso rivisto al rialzo la sua stima di crescita per la Germania nel 2026, prevedendo un’espansione dell’1,5% sulla scia del previsto boom della spesa pubblica.
Il settore delle costruzioni può contare su un impulso da parte del fondo per rinnovare le infrastrutture obsolete della Germania. Anche l’industria della difesa ha tutto da guadagnare stando alle stime. Ma a quale prezzo, in termini di debito?
Lo scorso anno il rapporto debito/PIL della Germania si è attestato intorno al 64%, un valore molto più basso rispetto a quello di altri grandi paesi industrializzati come gli Stati Uniti e la Francia.
L’economista capo della Commerzbank, Joerg Kraemer, prevede che nei prossimi anni questo livello salirà notevolmente, di circa 10 punti percentuali, solo grazie al nuovo fondo speciale per le infrastrutture.
L’aumento della spesa per la difesa farebbe aumentare ulteriormente il rapporto debito/PIL, di altri 2,5 punti all’anno se, ad esempio, aumentasse al 3,5% del prodotto interno lordo.
“In 10 anni, il rapporto debito pubblico/PIL potrebbe salire al 90%, anche se questo dipende anche dall’inflazione e quindi non è facile da prevedere”, ha affermato Kraemer. “Ciò significherebbe che la Germania si unirebbe rapidamente alle fila degli stati fortemente indebitati dell’UE”, ha affermato l’economista ZEW Friedrich Heinemann. Egli prevede che l’indebitamento della Germania potrebbe addirittura superare il 100% nel 2034.
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