Dietro l’emergenza nazionale del Fentanyl negli Usa non c’è solo il cinismo di Big Pharma ma anche lo scontro geopolitico e la guerra ibrida tra potenze.
Dallo scoppio della crisi in Ucraina è emersa una nuova forma di guerra ibrida. Gli scontri militari si sono intrecciati con battaglie in aree politiche, finanziarie, tecnologiche, cyberspaziali e cognitive. È quanto ha affermato, lo scorso marzo, dal generale Wang Haijiang, comandante del Teatro occidentale dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) cinese, in un editoriale scritto per Study Times.
Ben prima di Wang Haijang furono i colonnelli Qiao Liang e Wang Xiangsu, nel 1999, a definire il concetto di guerra ibrida in un saggio fondamentale pubblicato anche in italiano (Guerra senza limiti. L’arte della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione, Led Edizioni, con prefazione di Fabio Mini). Diversamente dal passato, secondo Qiao Liang, viviamo in un’epoca di conflitti nei quali “la prima regola della guerra senza restrizioni è che non ci sono regole, che nulla è vietato”. Uno dei “filoni” internazionali di questa guerra ibrida è costituito dal traffico internazionale di oppioidi, anche in forma sintetica come il Fentanyl.
La crisi degli oppioidi negli Stati Uniti alimentata dall’estero
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