La vicenda di Cecilia Sala ci impone di riflettere su quanto sia ancora utile rischiare la vita per narrare atrocità, quando è tempo di concentrarsi su soluzioni definitive
Adesso che Cecilia Sala è stata liberata (mentre questo pezzo viene scritto l’aereo che la riporta a casa è appena decollato da Teheran) è il momento di condividere alcune opinioni forti in merito a questa vicenda e a molte altre accadute sino ad oggi.
Ovviamente, siamo certi che Cecilia tornando in Patria avrà molto da raccontare anche se di certo il suo primo pensiero, abbracciati i genitori, sarà quello i ringraziare la Presidente Meloni -che può ritenere questo il più grande successo da quando è in carica, ad occhio, un miracolo politico. Risolta in brevissimo tempo e prima che la cosa si polarizzasse nelle piazze- perché (come avrebbe dovuto capire anche Zaki) si ringrazia sempre chi ci riporta alla vita, a prescindere dalle opinioni politiche di ciascuno ci sono valori più alti -è svilente persino doverlo ricordare.
Ma viene da chiedersi: davvero abbiamo ancora bisogno, come comunità internazionale, di qualcuno che prenda la propria pellaccia e vada a raccontarci le atrocità di una certa parte del mondo, o non sarebbe più saggio farle cessare queste atrocità?
[...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA