Siamo tra gli ultimi in Europa per utilizzo dei servizi online delle pubbliche amministrazioni. Intanto con il Pnrr arrivano oltre 6 miliardi.
La digitalizzazione avanza e l’Italia ha piani ambiziosi e ben finanziati, da realizzare in pochi anni. Tuttavia, allo stato attuale, quando si parla di servizi online la distanza tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini è ancora ampia. Fin troppo, a giudicare da come stanno procedendo le cose nel resto d’Europa. Per correre ai ripari c’è il piano Italia Digitale 2026, che indirizza una parte rilevante delle risorse proprio alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni.
Secondo una rilevazione di Eurostat, nel 2023 il 69% dei cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 16 e i 74 anni ha dichiarato di aver utilizzato almeno una volta un sito web o un’app della pubblica amministrazione o di un’autorità pubblica nei 12 mesi precedenti. In Danimarca e Finlandia, dove si raggiungono vette del 95% e oltre, la popolazione dimostra una dimestichezza con i servizi pubblici online fuori dal comune, mentre in Italia siamo appena al 60% (facendo tuttavia meglio della Germania, al 58%). Nei mesi scorsi anche Confartigianato ha sollevato la questione, sottolineando che la metà degli enti locali italiani dispone di un sito internet puramente informativo e quindi non abilitato al dialogo con l’utenza.
È interessante notare come nel 2023 il dato italiano sia nettamente calato rispetto a quello dell’anno precedente. Nel 2022, infatti, gli italiani che avevano utilizzato i servizi online delle pubbliche amministrazioni erano stati quasi il 66%, molto più in linea con la media europea di quell’anno (67%). Come già accennato, queste statistiche si riferiscono a un utilizzo effettuato nei 12 mesi precedenti al sondaggio: in buona parte, quindi, i dati del 2022 possono riguardare accessi a siti web e app delle pubbliche amministrazioni eseguiti nel 2021, ossia nel pieno delle restrizioni previste in quel periodo; quando era importante, più che mai in precedenza, poter far affidamento sui servizi telematici. [...]
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