La PostePay va inserita nell’Isee 2025?

Patrizia Del Pidio

23 Gennaio 2025 - 17:03

Quali sono le carte prepagate, come la PostePay, che devono essere dichiarate nella Dsu dell’Isee? Cosa succede a chi non le include? Vediamo le conseguenze.

La PostePay va inserita nell’Isee 2025?

La PostePay, la PostePay Evolution e le altre carte prepagate vanno inserite nell’Isee? Le carte prepagate sono delle carte che funzionano come una sorta di borsellino virtuale dove il proprietario mette il denaro da spendere. Si tratta di sistemi di pagamento che si differenziano dalle carte di credito o di debito, anche se utilizzano gli stessi circuiti delle carte di credito tradizionali. Solitamente queste carte, come la PostePay appunto, non sono agganciate a un conto corrente.

Proprio per questi motivi, erroneamente, si può essere portati a pensare che le carte PostePay non debbano essere inserite nel patrimonio mobiliare ai fini Isee. Invece non è così.

Nell’Isee vanno inserite sia le carte PostePay Evolution, che essendo dotate di Iban sono equiparabili a un conto corrente, sia le PostePay classiche, quelle senza Iban.

Ai fini Isee vanno inserite entrambe le tipologie di carte PostePay, anche quelle classiche senza Iban, così come tutte le carte prepagate.

Come si inseriscono le PostePay nell’Isee?

Le carte PostePay Evolution vanno inserite con il codice 01 nella sezione dedicata ai conti correnti. Lo PostePay prepagate classiche, invece, devono essere inserite (Con il codice 99) nella sezione che riguarda altri strumenti e rapporti finanziari.
Tra la carta prepagata semplice e quella con Iban c’è una differenza che riguarda i valori di saldo e giacenza media.

Per la PostePay Evolution, che ha Iban, nella Dsu deve essere inserito non solo il saldo al 31 dicembre del 2023 (per Isee 2025), ma anche la giacenza media annuale.

Per la PostePay classica, senza Iban, invece, basta il saldo alla fine dell’anno.

Cosa succede se non si inserisce una PostePay nell’Isee?

Quando si presenta una Dsu che non contiene tutti i rapporti finanziari si rischia di dichiarare il falso e di perdere, eventualmente, agevolazioni erogate (con la spiacevole conseguenza di dover anche restituire quanto ricevuto e non spettante).

Una cosa da tenere presente quando si inseriscono i rapporti finanziari sull’Isee è che non è possibile nasconderli al Fisco poiché quest’ultimo, avendo accesso all’anagrafe tributaria, può essere a conoscenza di qualsiasi rapporto finanziario di ogni cittadino.

Se si ha, quindi, una carta PostePay a proprio nome, il Fisco lo sa, e se non la trova nell’Isee potrebbe invalidare la certificazione come difforme o mancante di dati e il sistema segnala l’irregolarità. Da tenere presente che le carte prepagate PostePay vanno inserite anche se hanno un saldo pari a zero o negativo.

In ogni caso, se si utilizza la funzione precompilata dell’Isee, tutti i rapporti finanziari a proprio nome vengono caricati in automatico dal sistema e devono solo essere confermati.

Come conoscere il saldo delle carte PostePay?

Per conoscere saldo e giacenze media di ogni carta PostePay intestata (perché potrebbero essercene alcune di cui si è dimenticata anche l’esistenza) basta recarsi all’ufficio postale e richiedere, fornendo nome e codice fiscale, la documentazione necessaria per l’Isee. In alternativa è possibile reperire la stessa documentazione anche online.

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