La tensione Stati Uniti-Cina raggiunge livelli massimi. Verso lo stop alla vendita di tutte le auto con parti o software cinesi

Flavia Provenzani

25 Settembre 2024 - 17:18

La tensione tra Stati Uniti e Cina raggiunge nuovi massimi. Si va verso il divieto di vendita in territorio statunitense di tutte le auto con parti o software cinesi.

La tensione Stati Uniti-Cina raggiunge livelli massimi. Verso lo stop alla vendita di tutte le auto con parti o software cinesi

La guerra commerciale tra USA e Cina raggiunge nuovi, massimi livelli. Sotto attacco, ora, sono hardware e software cinesi utilizzati nelle auto.

Portando come giustificazione la tutela della sicurezza nazionale - la stessa già utilizzata per spiegare l’interferenza in molti altri settori come quello dell’intelligenza artificiale, dei semiconduttori o dei chip - l’amministrazione Biden ha chiesto tramite il Dipartimento del Commercio che sia vietata la vendita di tutti i veicoli che utilizzano software e/o hardware cinesi connessi a Internet prodotti in Cina.

Joe Biden vuole quindi vietare la vendita di qualsiasi auto connessa a Internet realizzata in Cina. Si apre ora un periodo di 30 giorni per presentare eventuali reclami prima di redigere la normativa finale.

Una legge che, come specificato dal New York Times, entrerebbe in vigore nel 2027 per quanto riguarda la commercializzazione di auto software cinese e nel gennaio 2029 o 2030 per le auto con hardware prodotti in Cina. L’obiettivo, con la stessa norma, è boicottare anche le società russe.

La richiesta dell’amministrazione Biden arriva dopo l’allarme lanciato da un gruppo di parlamentari, che ha avvertito che i produttori cinesi starebbero raccogliendo dati riservati testando la tecnologia dei loro veicoli autonomi negli Stati Uniti.

Il divieto, se la proposta non verrà modificata, riguarderà tutta la produzione cinese di software e l’hardware, anche se il produttore è occidentale. Secondo fonti di Reuters gli stessi produttori avrebbero chiesto tempo all’amministrazione per adeguarsi alle nuove normative.

Cosa succede ora?

Mesi fa, gli Stati Uniti avevano già deciso di aumentare i dazi del 100% sui veicoli prodotti in Cina, annullando i margini per i produttori cinesi che vogliono esportare le loro auto in territorio statunitense. Qualche tempo dopo, anche l’Unione Europea ha annunciato l’arrivo di nuovi commissioni commerciali.

Cosa succede ora a colossi cinesi come BYD? Si vociferava che l’azienda fosse determinata ad investire in Messico per produrre i propri veicoli e ad utilizzare l’accordo commerciale con gli Stati Uniti come un lasciapassare per entrare nel mercato statunitense.

Se la nuova legge dovesse entrare in vigore così come proposta, la porta verso gli Stati Uniti sarà definitivamente chiusa. In soli due anni sarà vietata la vendita di qualsiasi auto con software cinese a bordo.

Ma il vero problema per gli Stati Uniti sarà gestire il divieto di utilizzare qualsiasi tipo di hardware cinese nei propri veicoli. I tentacoli cinesi raggiungono così tanti punti della catena di produzione delle auto elettriche - dalle batterie alle celle, fino ai semiconduttori - che sarà una grande sfida, per usare un eufemismo, conformarsi al nuovo standard per come è stato proposto.

In questo caso, i produttori hanno la possibilità di dimostrare (attraverso un audit) che l’azienda cinese che fornisce questo hardware non è coinvolta in pratiche illegali di raccolta dati, ma media come il Financial Times riferiscono che si tratterebbe di situazioni estremamente eccezionali.

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