La trappola del concordato preventivo, ecco cosa valutare prima di aderire

Patrizia Del Pidio

23 Luglio 2024 - 12:05

Il concordato preventivo biennale che permette di pagare le tasse concordate con il Fisco, potrebbe nascondere delle trappole. Ecco cosa valutare prima di aderire alla misura.

La trappola del concordato preventivo, ecco cosa valutare prima di aderire

L’adesione al concordato preventivo biennale è molta bassa, ma questo è dovuto soprattutto alle tante trappole che la misura nasconde. Interessate dall’accordo con il Fisco dovrebbero essere 2,7 milioni di partite Iva, visto che per quest’anno il concordato coinvolge anche i contribuenti forfettari (per una sola annualità) che hanno almeno 2 anni di imposta alle spalle (attività iniziata nel 2022 o prima).

Uno dei problemi della misura, ma non l’unico, è che prevede diversi paletti come, ad esempio, il non avere debiti tributari che superano i 5.000 euro. Altro obbligo per poter aderire è di aver presentato la dichiarazione reddituale per almeno un anno dei tre precedenti.

Per le partite Iva che aderiscono al concordato preventivo vi è la possibilità di sapere in anticipo le tasse da versare per il 2024, senza bisogno di attendere la dichiarazione dei redditi del prossimo anno. Ma conviene davvero a tutti aderire?

L’adesione al concordato va valutata molto attentamente

Non sempre l’adesione al concordato preventivo è conveniente. Il vantaggio principale che la misura offre è che con l’adesione il contribuente non è soggetto a controlli (a meno che non si verifichino specifiche condizioni). Con l’accordo che si stipula con il Fisco, quindi, oltre a sapere prima le imposte da pagare si ha il vantaggio di non incorrere in controlli fiscali.

Questa, però, apparentemente è una situazione vantaggiosa solo per chi ha qualcosa da nascondere e vuole evitare che il Fisco metta il naso nei propri affari: chi è in regola con dichiarazioni, adempimenti e versamenti, sicuramente non ha nulla da temere da un controllo fiscale.

Al netto di questo vantaggio, che poi non è un vantaggio per tutti, quindi, ci si può trovare alle prese con una predeterminazione del reddito che non sempre è vantaggiosa visto che è rivalutato tenendo contro della base di calcolo che risulta dagli Isa e da variabili come le condizioni economiche complessive e il settore in cui si opera.

La nota dolente è rappresentata proprio dagli Isa, più il valore è distante dal 10, infatti, e più saranno alti gli importi da versare, che restano alti anche per chi ha un punteggio pari a 8 (e coloro che hanno questo punteggio rientrano nei virtuosi).
In quest’ottica l’adesione al concordato preventivo è poco conveniente per tutti coloro che non possono contare su una forte crescita del fatturato tra il 2024 e il 2025. Per chi ha Isa pari a 10 l’incremento delle imposte è di una percentuale pari al 2/3%, se l’anno prossimo, quindi, dovesse andare particolarmente bene potrebbe essere conveniente aderire al concordato.

Per tutti quelli, invece, che non hanno Isa pari a 10 la convenienza non è certa e, anzi, si corre il rischio di pagare più imposte del dovuto a fronte di una esclusione dai controlli fiscali (che per chi ha Isa pari a 8 non dovrebbero certo spaventare, visto che si tratta di contribuenti virtuosi).

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