Per il vicepresidente di Confindustria Agostino Santoni e l’amministratore delegato di Ibm Stefano Rebattoni il paese ha una certezza: se forma la cultura nazionale digitale ce la fa
Agostino Santoni, vicepresidente di Confindustria con delega al digitale e Stefano Rebattoni, Amministratore delegato di Ibm sono intervenuti a Milano in un momento pubblico, presso l’Ibm Garage, iconico luogo di innovazione milanese, in cui la società capostipite dell’innovazione tecnologica (da 111 anni) ha messo sul piatto i propri programmi per digitalizzare il Paese, chiamando come testimonial realtà nazionali del calibro di Gruppo Hera, Campari, Autostrade per l’Italia, Intesa Sanpaolo.
Rebattoni, Ibm: due certezze nell’incertezza
Per Stefano Rebattoni veniamo da mesi in cui la ripartenza segnava anche un +4% nel Pil, ma stante l’attuale momento economico, politico e sociale, con un conflitto che ha innescato una spinta inflattiva abbinata al problema delle materie prime, la percentuale va rivista al ribasso.
Un’incertezza globale che per Rebattoni è però accompagnata da una doppia certezza: “il digitale è l’elemento imprescindibile per la crescita del sistema paese”, e che “non si può parlare di innovazione senza parlare di sostenibilità”.
Per questo bisogna accelerare sul PNRR, “tanto più che rispetto a quanto stabilito all’inizio ora abbiamo più fondi, significa che il programma è credibile”.
Ibm, ha sottolineato Rebattoni, è tornata dopo 111 anni a essere una società tecnologica: “cloud ibrido e intelligenza artificiale sono le aree su cui vogliamo avere un ruolo centrale, con le due organizzazioni, Technology e Consulting”.
Tecnologia (ossia gli strumenti per creare) e consulenza (come farlo), sono i due pilastri dell’importanza del digitale
Santoni, Confindustria: creiamo il paese delle opportunità
Lo ha spiegato Agostino Santoni, Vice Presidente di Confindustria per il digitale (è anche Vicepresident di Cisco per il Sud Europa): “è importante perché l’Information Technology è diventata mainstream è il denominatore comune degli investimenti. La delega che mi ha dato Bonomi è importante: io posso parlare con 150mila imprese e influenzare 5milioni di dipendenti nel cercare di portare il digitale a essere una delle più importanti transizioni”.
La visione non è solamente italiana, ma internazionale.
“Al recente G7 si è detto di volere investire 600 miliardi di dollari per le infrastrutture critiche dei Paesi, questa è la miglior risposta per tutti noi - ha detto Santoni. Che ha proseguito. “Oggi parliamo di sovranità dei dati. Ma la guerra ci ha posto il tema della sovranità energetica. E per gestire l’energia serve il digitale, non c’è altro modo di conservare le rinnovabili. Ma mi spingo oltre io parlerei anche della sovranità dei talenti, promuovendo i valori”.
Oggi nel mondo della tecnologia e del digitale si parla di co-opetition (crasi di cooperation e competition), partnership pubblico privato, di fare ecosistema.
“Sembra di essere a Disneyland - ha ironizzato Santoni -. Scherzi a parte, è il modello a cui dobbiamo tendere, le piattaforme aperte e sicure. Il paese deve diventare una piattaforma aperta, interoperabile, l’algoritmo devono essere le persone. Noi dobbiamo fare molta strada, non siamo i campioni del mondo della cooperazione. Dobbiamo imparare a co-creare assieme”.
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Il pensiero è andato anche al presidente del Consiglio “come dice Draghi dobbiamo riprenderci il gusto del futuro. Se mettiamo insieme i fondi del PNRR e i miliardi del G7 capiamo che il problema che abbiamo è come creare una pipeline di persone per farli i progetti. Serve creare il capitale umano”.
E come sempre si arriva al sodo, alle competenze: "Sono fautore di rendere l’informatica obbligatoria in tutti i corsi di laurea. C’è un diritto ma anche un dovere dell’informazione. Mi piacerebbe che tutti insieme creassimo il paese delle opportunità, per tutti, inclusivo, con energia e divertimento. Torniamo a essere il paese delle possibilità”.
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