Il Paese è alle prese con una disoccupazione ai minimi storici e una difficoltà cronica nel reperire nuove risorse da inserire nel mercato del lavoro.
La formazione professionale in Svizzera, come in molti altri Paesi è ritenuta da sempre il trampolino di lancio preferenziale per accedere al mercato del lavoro.
Non è un caso che la Confederazione offra ai propri studenti molteplici opportunità per seguire un percorso formativo di base, acquisendo quelle competenze utili all’avvio di una professione. Ma a ben guardare, non è solo il sistema scolastico nazionale ad adoperarsi in questa direzione.
Recentemente anche la Città di Bellinzona, in collaborazione con l’Azienda Multiservizi del comune e l’associazione Città dei mestieri della Svizzera italiana, ha presentato un programma di apprendistato da svolgere direttamente nell’amministrazione pubblica municipale e nelle sue partecipate. E per raccogliere la più ampia schiera di apprendisti, Bellinzona ha indetto una presentazione pubblica aperta a tutti i potenziali interessati.
Le figure più richieste
Una recente inchiesta svolta da organi federali ha messo in evidenza come in Svizzera manchino infermieri e assistenti sanitari. È stato calcolato che entro il 2029 servirà il 26% in più di personale nelle case di riposo e per anziani, e il 19% nello Spitex, ossia nelle cure a domicilio. Nel settore «acuto» - come ad esempio chirurgia, ginecologia, neonatologia e pediatria - l’aumento della domanda sarà leggermente inferiore, pari al 14%. Anticipando questa necessità, la Città di Bellinzona ha aperto un percorso formativo di apprendistato per operatori sociosanitari e addetti alle cure sociosanitarie, oltre che per assistenti dentali.
Gli altri corsi
L’elenco prosegue: cuochi, assistenti da inserire in istituti sociali, scuole, ospedali o cliniche, collegi sono le altre figure per le quali Bellinzona ha avviato uno specifico programma di inserimento professionale. A questi si aggiungono poi impiegati, falegnami, giardinieri, manutentori, operatori per la pulizia e pittori. All’opportunità formativa fa poi seguito la possibilità di essere selezionati per essere inseriti stabilmente nelle municipalizzate, che potranno in questo modo attingere da un bacino di persone preparate su specifiche aree di competenza, utili alle aziende.
Tempo parziale per fidelizzare i lavoratori
La Svizzera è alle prese da tempo con una crescente domanda di forza lavoro, che stimola l’arrivo di professionisti dall’estero, compresa l’Italia. Questa situazione spinge molte realtà aziendali a individuare le soluzioni più idonee utili a fidelizzare i propri collaboratori. Nei nuovi modelli di vita, specialmente successivi al Covid, la famiglia e il lavoro hanno trovato nuovi equilibri orientati a soluzioni qualità. E così, interpretando queste esigenze, anche le Ferrovie svizzere hanno adottato misure concrete per ampliare le attuali modalità di lavoro, rendendole compatibili con le richieste personali. Una di queste riguarda la creazione di più posti di lavoro «a tempo ridotto» con un grado di occupazione che parte dal 60%: ciò perché chi è assunto part-time dimostra maggiore fedeltà e motivazione, oltre a lavorare in modo più efficiente.
Disoccupazione al 2%
Secondo i rilevamenti effettuati dalla Segreteria di Stato dell’economia svizzera (SECO), alla fine di giugno 2022 erano iscritti 92.511 disoccupati agli uffici di collocamento (URC), ossia 5.493 in meno rispetto al mese precedente. Il tasso di disoccupazione in Svizzera è diminuito dal 2,1% nel mese di maggio 2022 al 2,0% nel mese di giugno. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il numero di disoccupati è diminuito di 39’310 unità (-29,8%).
Frontalieri, primi i francesi
I lavoratori pendolari transfrontalieri - cioè quelle persone che si recano in Svizzera quotidianamente per lavoro e rientrano nel proprio Paese al termine della giornata - rappresentano una fetta importante tra le risorse attive nella Confederazione Elvetica. Secondo i dati diffusi sul 2° trimestre del 2022, più della metà di tutti i frontalieri attivi in Svizzera risiede in Francia (55,9%). Percentuali comunque elevate riguardano i residenti in Italia (23,6%) e in Germania (17,3%). Negli ultimi cinque anni, il numero è passato da 318.000 nel secondo trimestre del 2017 a 370.000 nello stesso periodo del 2022, evidenziando una crescita del 16,1%. Rispetto al secondo trimestre 2021, quest’anno il loro numero complessivo è aumentato del 6%.
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