Il ministero dell’Industria brasiliano ha avviato una serie di indagini in merito al presunto dumping dei prodotti industriali provenienti dalla Cina.
Sembrava che tra la Cina e il Brasile fosse sbocciata una storia d’amore a lungo termine. Entrambi giganti regionali – uno dell’Asia, l’altro dell’America Latina – che si considerano ancora Paesi in via di sviluppo, insieme all’interno dei Brics e desiderosi di ritagliarsi un crescente spazio di manovra all’interno dello scacchiere geopolitico internazionale, tra Pechino e Brasilia c’erano e ci sono tutti i presupposti per una partnership solida e duratura.
Negli ultimi giorni è tuttavia emerso un problema non da poco che potrebbe compromettere la luna di miele sino-brasiliana. Il ministero dell’Industria brasiliano ha infatti avviato una serie di indagini in merito al presunto dumping dei prodotti industriali made in China. Come ha evidenziato il Financial Times, la più grande economia latinoamericana vacilla a causa di un’ondata di beni importati a basso costo.
È per questo, dunque, che su richiesta degli organismi industriali, negli ultimi sei mesi, il suddetto ministero ha aperto almeno una mezza dozzina di indagini su prodotti cinesi importati che vanno dalle lamiere all’acciaio preverniciato, dai prodotti chimici ai pneumatici. La mossa del Brasile arriva in un momento in cui il mondo si sta preparando ad un aumento esponenziale dell’export cinese, visto che il Dragone è alle prese con un eccesso di capacità produttiva in un contesto interno caratterizzato dal rallentamento del settore immobiliare e da una debole domanda. [...]
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