Le tensioni commerciali nel Mar Rosso hanno già un loro prezzo: +173% per le tariffe di spedizione merci. Cosa significa questo balzo e quali prospettive - cupe - per l’inflazione?
Il caos e la tensione crescenti nel Mar Rosso hanno già avuto i primi impatti sui prezzi: +173% per le tariffe pagate per trasportare i container.
La novità è un cattivo presagio di quello che potrebbe accadere se la situazione di pericolo nella quale è piombata l’area tre le più strategiche per il commercio mondiale continuerà nelle prossime settimane (con il rischio di peggiorare in vista di un allargamento del conflitto).
Le tariffe spot per il trasporto di container tra Asia, Europa e Stati Uniti stanno aumentando a causa della ridotta capacità di passaggio causata dalle continue minacce alle navi mercantili nel Mar Rosso.
Nel dettaglio, l’impennata di questi costi è parte delle conseguenze del rallentamento del traffico del Canale di Suez, che è crollato di oltre un quarto negli ultimi giorni poiché le navi preferiscono rotte più lunghe per evitare attacchi missilistici da parte dei militanti Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran. Gli Houthi affermano che stanno perseguendo tutte le navi che hanno un collegamento con Israele.
Considerando la mole di merci che transita in questo lembo di mare, i disagi, i pericoli e il rialzo delle tariffe che si stanno palesando rappresentano serie minacce per l’inflazione globale.
Mar Rosso sotto assedio? Il trasporto merci costa già il 173% in più
La tariffa spot per la spedizione di merci in un container da 40 piedi dall’Asia al Nord Europa supera ora i 4.000 dollari, un aumento del 173% rispetto a poco prima dell’inizio delle deviazioni a metà dicembre, ha riferito mercoledì scorso Freightos.com, una piattaforma di prenotazione e pagamento delle merci.
Il costo delle merci dall’Asia al Mediterraneo è balzato a 5.175 dollari secondo Freightos, aggiungendo che alcuni vettori hanno annunciato prezzi superiori a 6.000 dollari per questa rotta a partire da metà gennaio. I prezzi dall’Asia alla costa orientale del Nord America sono cresciuti del 55% a 3.900 dollari per un container da 40 piedi.
I servizi dall’Asia al Nord Europa e al Mediterraneo costano entrambi più del doppio dei livelli di gennaio 2019, ma sono ancora ben al di sotto dei picchi raggiunti durante la pandemia, ha affermato Judah Levine, responsabile della ricerca presso Freightos. L’allarme però c’è.
Di solito, le compagnie di navigazione aumentano i prezzi quando la capacità è limitata e aggiungono supplementi per il tempo extra necessario per consegnare la merce e durante i periodi dell’anno più affollati del normale.
Per i proprietari di merci che vedono aumentare i costi di trasporto, il rischio è che le tariffe spot rimangano elevate e li lascino con meno leva finanziaria quando negoziano i prezzi in contratti a lungo termine, che in genere avviene tra marzo e maggio. La maggior parte delle merci marittime si sposta infatti in base alle tariffe stabilite in questi contratti.
Anche i mercati delle petroliere hanno registrato alcuni aumenti, ha scritto l’agente marittimo Braemar in un rapporto di ricerca, soprattutto per le navi che trasportano carburanti raffinati come benzina e diesel. I guadagni delle navi che trasportano combustibili raffinati dal Mediterraneo al Giappone attraverso il canale sono saliti da circa 8.000 dollari al giorno all’inizio di dicembre, a 26.000 dollari questa settimana.
Perché il Mar Rosso è un problema per l’inflazione
Nei 10 giorni fino al 2 gennaio, il numero di transiti di Suez è diminuito del 28% rispetto all’anno precedente, secondo i dati pubblicati mercoledì dalla piattaforma PortWatch del Fondo monetario internazionale, prodotta in collaborazione con l’Università di Oxford. Stando ai numeri, ciò è coerente con il 3,1% del commercio globale dirottato dal Mar Rosso.
Il FMI ha definito il Mar Rosso una rotta marittima “di importanza sistemica” che gestisce più di 19.000 transiti di navi all’anno. Per questo quello che sta accadendo non è da trascurare.
La domanda potrebbe crescere man mano che gli spedizionieri iniziano ad aumentare i volumi per compensare tempi di transito più lunghi e in preparazione per le vacanze del Capodanno lunare cinese all’inizio di febbraio, ha sottolineato Levine di Freightos. “Tutto insieme, ciò potrebbe aumentare il rischio di congestione”.
E la parola congestione, non a caso, si sposa con inflazione in aumento poiché i prezzi delle merci, in scarsità di offerta o bloccati, balzano. Proprio come sta accadendo alle tariffe di spedizione schizzate del 173%. L’effetto domino sui prezzi di altre merci potrebbe palesarsi presto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA