Dalle carte della riunione della Commissione Europea del 5 giugno sembrerebbe emergere il piano per la procedura d’infrazione: diminuire il debito nella legge di Bilancio 2020, stesso tenore poi per le manovre successive.
Altro che Flat Tax, la legge di Bilancio 2020 per l’Italia potrebbe essere la prima di una serie di manovre economiche dove über alles ci dovrà essere la mission di diminuire il deficit tenendo così sotto controllo il debito pubblico.
Dai verbali della riunione della Commissione Europea del 5 giugno, quella dove è stata ritenuta giusta l’apertura della procedura d’infrazione nei confronti del Bel Paese, sembrerebbe emergere quello che sarebbe il piano di Bruxelles per correggere il deficit nostrano.
Sei mesi di tempo per iniziare a diminuire il debito, quindi già dalla legge di Bilancio 2020, con anche le successive manovre che dovranno continuare sulla strada del rigore.
Se così fosse, difficile ipotizzare che nei prossimi mesi ci possano essere per l’Italia i margini per fare una manovra espansiva soprattutto se, a quanto pare, la strategia del governo dovesse essere sempre quella del ricorso al credito per finanziare le varie misure in ballo.
Legge di Bilancio 2020 “lacrime e sangue”?
“Nell’attuale situazione di bilancio, le autorità italiane non sono nella posizione di contestare l’analisi della Commissione riguardante una potenziale procedura per debito eccessivo, dato che la realtà dei dati è chiara. In più, se la Commissione non sollevasse la possibilità di una procedura in circostanze come queste, rischierebbe di minare la propria credibilità come guardiano dei trattati”.
Concetto più che chiaro quello espresso dal commissario per gli Affari Economici Pierre Moscovici, riportato dall’Huffington Post, durante la riunione della Commissione Europea del 5 giugno scorso.
La procedura d’infrazione secondo Moscovici è più che giustificata, con la Commissione che rischierebbe di perdere la propria credibilità nel caso dovesse chiudere un occhio nei confronti della situazione dell’Italia.
Il governo carioca però proverà fino all’ultimo di evitare la procedura. Mercoledì il Consiglio dei Ministri voterà l’assestamento di bilancio, dove verranno portati in dote a Bruxelles circa 6 miliardi raggranellati in fretta e furia.
Lo scopo dei gialloverdi è quello di abbassare le stime di deficit dal 2,5% al 2,1%, ma questo però potrebbe non bastare visto che non andrebbe a incidere in maniera strutturale sul debito nostrano.
La decisione sul destino dell’Italia verrà presa nella riunione del 2 luglio a Strasburgo, anche se poi sarà il vertice dell’Ecofin in programma il 9 luglio ad avere l’ultima parola in merito alla procedura d’infrazione.
In caso di una conferma per il nostro paese si andrebbe ad aprire un lungo percorso, dettato dall’Unione, per sistemare i conti pubblici. Una eventualità questa che andrebbe clamorosamente a cozzare con le velleità di Flat Tax di Matteo Salvini.
Se lo scorso anno lo scontro con Bruxelles sulla manovra fu aspro e dai toni accesi, in vista della legge di Bilancio 2020 il tutto potrebbe diventare quasi drammatico: se il governo non dovesse accettare il piano della Commissione e iniziare fin da subito a contenere il deficit, la rottura a quel punto sarebbe totale.
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