Nonostante una manovra volta a contenere la spesa pubblica, il giudizio delle agenzie di rating non sembra affatto lusinghiero. Ecco perché.
In questi giorni il governo sta per varare la legge di bilancio 2024. A dispetto di ciò che si legge sui giornali mainstream quest’anno la finanziaria sarà ancor di più all’insegna della moderazione di bilancio, con un occhio di riguardo alle agenzie di rating.
Già perché in settimana si attende il giudizio sul debito da parte di Standard and Poor’s il 20 ottobre. Poi il 10 novembre sarà la volta di Fitch, ed infine il 17 novembre di Moody’s. E proprio quest’ultima, potrebbe addirittura declassare il rating dei titoli di stato italiani. A ciò si aggiungono le parole, pesanti come macigni, del direttore per l’Europa del Fondo Monetario Internazionale secondo cui i mercati sarebbero ‘delusi’ dalle scelte del governo.
A ciò si unisce appunto la grancassa mediatica, che straparla del pericolo debito pubblico e del fatto che la nota di aggiornamento al DEF e la legge di bilancio sfasceranno i conti pubblici. Purtroppo, come analizzato nello scorso articolo la realtà è un’altra: il rallentamento della crescita farà aumentare il deficit rispetto a quanto previsto ad aprile ma a parità di condizioni l’aggiustamento in termini strutturali sarà maggiore. Ed infatti la legge di bilancio che il governo si appresta ad approvare è striminzita, 22 miliardi, di cui solo 15 in deficit. Oltre a confermare le misure esistenti su pensioni e cuneo fiscale, rimarrà ben poco. Qualche risorsa per evitare l’acconto per le partite Iva di novembre (ma non per tutti) e qualche stanziamento in più per le famiglie (ma solo quelle con almeno tre figli). Insomma, il solito matrimonio coi fichi secchi. [...]
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