Limite contanti 2025, tutte le regole su pagamenti e prelievi

Ilena D’Errico

12 Gennaio 2025 - 18:45

Contanti, pagamenti e prelievi: rivediamo tutte le regole in vigore nel 2025 per non farsi cogliere impreparati.

Limite contanti 2025, tutte le regole su pagamenti e prelievi

Con la nuova legge di Bilancio si conferma una tendenza positiva, almeno da un certo punto di vista: il limite ai contanti smette di cambiare drasticamente. Le modifiche al tetto nel corso degli anni hanno infatti creato parecchi disagi ai cittadini, soprattutto quando la soglia è stata abbassata drasticamente; invece, anche per il 2025 il limite massimo resta di 5.000 euro. L’Italia non ha introdotto cambiamenti significativi alla propria politica fiscale, che resta comunque intaccata dalle regole europee. Ci si riferisce principalmente alle norme antiriciclaggio e alle nuove disposizioni sui bonifici, in quanto il limite europeo, peraltro non ancora in vigore, è ben più alto del nostro.

Nelle transazioni giornaliere si può quindi procedere con tranquillità, avendo cura di seguire la procedura corretta quando i pagamenti riguardano somme di almeno 5.000 euro. L’impostazione del limite fa sì che siano consentiti i pagamenti fino a 4.999,99 euro, basta un centesimo in più per dover ricorrere a strumenti tracciabili. Resta quindi fondamentale conoscere le regole, per capire a quali pagamenti si applicano e quali sono le conseguenze in caso di violazione.

Limite contanti 2025

Come anticipato, il tetto massimo al denaro contante resta di 5.000 euro. Tutti i pagamenti di importo pari o superiore a questa cifra devono quindi essere effettuati tramite strumenti tracciabili, il che dovrebbe essere agevolato dalle nuove regole sui bonifici. Naturalmente è possibile scegliere il mezzo che più si preferisce, inclusi assegni (che dovranno essere di tipo non trasferibile) e vaglia.

C’è poi un’altra somma massima di cui è bene tenere conto, ossia 10.000 euro. Questa cifra corrisponde infatti al massimo di contanti stabilito a livello generale dell’Unione europea, che i singoli Stati possono diminuire ma non innalzare a partire dal 2027, oltre che alla somma oltre cui le operazioni sul conto corrente possono essere oggetto di segnalazione fiscale. Si tratta inoltre della somma massima di denaro non dichiarabile in dogana europea.

Le regole sui pagamenti

In merito al limite, i ricorda che dilazionare il pagamento per ovviare al limite non è uno stratagemma ammesso, in quanto bisogna comunque considerare l’importo totale dovuto per ogni prestazione. Pagare in due o più volte in riferimento alla stessa prestazione comporta quindi una violazione delle regole. Ci sono tuttavia delle eccezioni, nello specifico quando la rateizzazione è prevista dal contratto o dall’uso commerciale. Per esempio, se l’accordo con il professionista prevede delle rate con specifiche scadenze è sufficiente che i singoli importi non superino il tetto massimo. Lo stesso accade nelle prassi commerciali in cui si guarda l’avanzamento lavori e così via. Le rate devono in ogni caso essere distanziate di almeno 7 giorni. Altrimenti, è sempre possibile un pagamento misto: 4.999,99 euro in contanti e la parte restante con un mezzo tracciabile.

Prelievi e versamenti

I prelievi e i versamenti restano consentiti nei limiti delle proprie disponibilità finanziarie e secondo il contratto del correntista. Non si applica quindi il limite di 5.000 euro, ma soltanto quello previsto dalla banca per quanto riguarda il prelievo da Atm. Operazioni ingenti e sospette o superiori a 10.000 euro possono tuttavia essere oggetto di segnalazione all’Unità di informazione finanziaria, pertanto sarà necessario poterle giustificare debitamente, fugando ogni dubbio di illecito.

Cosa rischia chi non rispetta le regole?

Il limite ai contanti riguarda entrambe le parti dello scambio. Chi effettua un pagamento superiore al massimo consentito rischia infatti una sanzione pecuniaria amministrativa, che va da 1.000 a 50.000 euro. Per importi superiori a 250.000 euro, inoltre, la multa va da un minimo di 5.000 euro. L’ammontare della multa dipende da una serie di fattori, tra cui l’importo effettivamente scambiato, le modalità impiegate e le finalità più o meno lecite che hanno portato alla violazione. La stessa sanzione viene applicata a chi riceve il denaro contante, a meno che si tratti di un soggetto con obbligo di segnalazione alle autorità. In quest’ultimo caso si aggiunge una sanzione da 3.000 a 15.000 euro.

Le eccezioni

Si hanno alcune eccezioni al limite di contante, anche in eccesso. Il limite non si applica ai cittadini stranieri residenti all’estero (come i turisti) nei pagamenti verso esercenti commerciali al dettaglio (il limite sale a 15.000 euro). Per le rimesse all’estero, invece, tramite i money transfer la soglia è di 1.000 euro.

Per cambiare il denaro in valuta straniera – o viceversa - si applica il limite di 2.000 euro in vigore per il cambiavalute. I pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni, invece, devono rispettare la soglia di 1.000 euro. Anche i pagamenti dal condominio hanno un limite di 1.000 euro, che non si applica ai pagamenti verso il condominio (purché siano poi versati sul conto).

È di 1.000 euro anche la soglia di pagamenti in contanti per le associazioni di sport dilettantistico, che sopra questa cifra devono avvalersi di mezzi tracciabili. Infine, occhio alle detrazioni: fatta eccezione per le prestazioni sanitarie e l’acquisto di farmaci in strutture pubbliche, le spese detraibili al 19% sono tali se pagate con mezzi tracciabili (come il carburante e le donazioni a Onlus). Ancora più attenzione per le detrazioni su spese edilizie, che necessitano del bonifico parlante.

A prescindere dalla normativa sui limiti alle transazioni di denaro contante, in quanto mezzo non tracciabile, tutte le paghe, le retribuzioni e gli stipendi devono essere pagati con strumenti tracciabili (fatta eccezione per i lavoratori domestici). Un obbligo di legge che prescinde dall’importo, ma non vale per i pagamenti accessori rispetto allo stipendio (ad esempio il rimborso spese per una trasferta).

Il datore di lavoro rischia una multa da 1.000 a 1.500 euro se non rispetta la tracciabilità degli stipendi (oltre alle altre sanzioni se si tratta di lavoro nero). Nessuna conseguenza, invece, per il dipendente.

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