Lo stipendio può essere pignorato più volte?

Claudio Garau

16/09/2022

Un quesito pratico che merita risposta riguarda la possibilità di pignorare lo stesso stipendio più di una volta. È davvero possibile o la legge fissa dei limiti specifici?

Lo stipendio può essere pignorato più volte?

Il pignoramento dello stipendio è previsto dettagliatamente dalla legge come uno dei mezzi posti a disposizione del creditore che intende soddisfare la sua pretesa nei confronti del debitore. Se il debitore non paga e non versa spontaneamente ciò che deve al creditore, quest’ultimo potrà pignorare i beni che sono parte del patrimonio del debitore. Si tratta di una facoltà che la legge gli consente.

Di seguito vogliamo vedere da vicino una questione concreta, che non poche persone potrebbero porsi in materia: uno stesso stipendio o busta paga di un lavoratore può essere oggetto di più pignoramenti allo stesso tempo? Ebbene, anticipiamo subito che la risposta è positiva, ma occorre distinguere con molta attenzione.

Infatti, nel caso in cui siano notificati dal creditore più pignoramenti nello stesso momento, la legge indica che si proceda con il saldo del credito in modo progressivo. In termini pratici, ciò vuol dire che il secondo creditore incasserà quanto spettante, soltanto dopo che sono stati saldati i crediti del primo creditore. Non ci potranno dunque essere più pignoramenti nello stesso momento. Ma ciò solo se le cause del debito sono le stesse.

Invece, si può scavalcare il limite del pignoramento dello stipendio oltre un quinto nell’ipotesi in cui vi siano più creditori allo stesso tempo sullo stesso debitore - ricorrendo crediti di natura diversa. E attenzione: lo stipendio deve essere garantito di almeno la metà.

Facciamo piena chiarezza su questi delicati argomenti e sulle loro implicazioni pratiche.

Pignoramento dello stipendio o busta paga: di che si tratta?

Ricorda che se sei un lavoratore subordinato e hai un debito non ancora saldato verso qualcuno, il creditore potrebbe optare per il pignoramento dello stipendio o busta paga. Infatti, tra i beni pignorabili del debitore ci sono anche i soldi, compresi quelli versati con la busta paga. Ma attenzione: la legge consente il pignoramento dello stipendio al creditore, soltanto entro certi limiti.

D’altronde, non dimenticare che nel meccanismo del pignoramento dello stipendio abbiamo due esigente distinte, ma opposte:

  • il diritto del creditore a recuperare comunque la somma spettante e dunque a porre fine al rapporto di credito-debito, nonostante la mancanza di iniziativa in tal senso da parte del debitore;
  • il diritto del lavoratore-debitore a incassare lo stipendio entro un certo limite, poiché in Costituzione si trova il principio per cui la retribuzione deve comunque assicurare al lavoratore - e alla sua famiglia - un’esistenza libera e dignitosa dal punto di vista economico.

Ecco perché la legge assicura la possibilità del pignoramento stipendio, uno strumento che serve al creditore per garantirsi comunque quanto spettante - pur nel caso in cui il debitore non si attivi spontaneamente per saldare il debito e di fatto estinguerlo. Previsto dall’art. 543 del Codice di Procedura Civile, il pignoramento busta paga è tra le misure più utili in caso di debitore inadempiente, perché di immediata applicazione nel caso di una procedura di recupero crediti.

Tieni inoltre presente che questo tipo di provvedimento rientra nella casistica del pignoramento presso terzi, poiché ha per oggetto beni del debitore (ovvero lo stipendio), che si trovano ancora nella disponibilità di terzi - banca, ufficio postale o, come in questo caso, datore di lavoro.

Come accennato, il pignoramento è però sottoposto a particolari vincoli. Questi consentono al debitore di continuare a vivere, disponendo comunque delle risorse economiche utili alle spese essenziali e alle esigenze di prima necessità sue e della sua famiglia.

Due importanti limiti al pignoramento dello stipendio

Come abbiamo visto anche con riferimento al pignoramento dello stipendio in caso di cessione del quinto, anzitutto il creditore può dare luogo al pignoramento dello stipendio o busta paga, esclusivamente nel caso in cui abbia a disposizione un documento che comprovi la fondatezza della sua richiesta.

Ci riferiamo in breve a quello che la legge chiama “titolo esecutivo”, vale a dire un documento scritto che certifica il credito in essere (ad es. una sentenza di condanna o un decreto ingiuntivo non opposto nei quaranta giorni dalla notifica). Solo così il pignoramento dello stipendio potrà aver luogo tramite le autorità giudiziarie.

Ma non c’è solo questa condizione. Non dimentichiamo infatti che il pignoramento in busta paga può essere effettuato fino una frazione massima pari a un quinto dello stipendio. E in qualche modo una “agevolazione” per il lavoratore debitore è il fatto che la quota che può essere pignorata, deve essere quantificata sulla retribuzione netta - ovvero incassata al netto delle trattenute di legge in busta paga.

D’altronde lo abbiamo accennato sopra: le regole intendono al contempo garantire le risorse economiche per condurre una vita dignitosa da parte del lavoratore e della sua famiglia. Si tratta del cd. ’minimo vitale’.

Pignorare lo stipendio più volte: le due possibili situazioni concrete

Come accennato in apertura, la legge consente che lo stipendio o busta paga sia “aggredita” da più creditori allo stesso tempo, tramite distinti pignoramenti. Perciò è giusto chiedersi: se vi sono più creditori che agiscono contro lo stesso soggetto – e non per forza allo stesso tempo – quante volte è pignorabile lo stipendio? Si può davvero pignorare più di un quinto per volta e così eventualmente arrivare anche al pignoramento totale della busta paga, nel caso in cui vi siano cinque creditori (il 20% a testa)?

Ovviamente la risposta è negativa, perché la legge garantisce il minimo vitale nello stipendio del lavoratore-debitore. Attenzione quindi ai due casi pratici che si possono presentare:

  • laddove concorrano più creditori della stessa categoria (ad es. l’istituto di credito e la società del gas; il condominio e il padrone di casa), il pignoramento dello stipendio o busta paga può essere pari a un massimo di un quinto alla volta. Ovvero, se le cause del debito sono le stesse, il primo creditore si soddisfa con diritto di precedenza rispetto agli altri creditori. In termini pratici, se dovesse sopraggiungere un nuovo pignoramento sullo stipendio già pignorato, il magistrato riconoscerà comunque il diritto del secondo creditore a ricevere il 20% della busta paga del debitore. Ma ciò a condizione che il primo creditore sia stato del tutto soddisfatto, con il pagamento integrale del credito. Insomma, c’è un ordine da rispettare nel prelievo forzoso.
  • se invece concorrono nello stesso tempo i creditori di due categorie di debiti differenti (ad es. istituto di credito e Agenzia delle Entrate, condomino ed ex moglie ecc.), e perciò si tratta di debiti di origine diverse, i pignoramenti del quinto dello stipendio o busta paga possono essere compiuti anche in contemporanea.

Perciò, in quest’ultimo caso, ad es. nel caso della presenza di due creditori, il debitore potrà perdere il 40% dello stipendio (i due quinti). Ma attenzione: si applicherà il limite massimo del 50% previsto dalla legge, sotto il quale lo stipendio non potrà in nessun caso scendere (minimo vitale).

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