Né il vaccino né l’immunità di gregge arriveranno presto. Per questo, secondo Ilaria Capua, l’ipotesi del confinamento per anziani è da vagliare
Lockdown per anziani: questa è l’idea lanciata da Ilaria Capua, intervistata da Giovanni Floris nel corso della trasmissione Dimartedì del 27 ottobre. Per la virologa, se un confinamento generalizzato è da evitare, uno per le categorie più fragili è invece auspicabile. Ma è davvero fattibile?
Coronavirus, immunità di gregge è impossibile secondo Capua
“Non solo nuvoloni all’orizzonte, ora si vedono anche lampi e fulmini”, ha detto Capua a Dimartedì. La virologa ha spiegato che, nonostante la prima ondata, la seconda ondata di coronavirus “ci ha colti impreparati”, e adesso “stiamo arrancando”.
La virologa ammette di non aver considerato “l’onda negazionista” che ha percorso l’estate del 2020 in tutto il mondo, e che ha inasprito le difficoltà nel “comunicare il rischio legato a un’emergenza come questa”.
“Trump non si è ammalato perché è stato curato in maniera eccellente, si sarebbe dovuto mettere in quarantena e non l’ha fatto: noi chiediamo ai cittadini di fare cose che neppure il presidente degli Stati Uniti fa”, ha detto Capua.
Credere che il vaccino e l’immunità di gregge possano risolvere rapidamente tutti i problemi è un’illusione, ha spiegato la virologa. L’immunità di gregge non si raggiungerà in tre mesi, ma grazie a “un progressivo grado di equilibrio fra immunità della popolazione, vaccino e distanza”. Per questo bisogna trovare delle soluzioni alternative. Fra queste, il lockdown per anziani e soggetti più vulnerabili è certamente un’ipotesi “da vagliare”.
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Di recente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato delle guide rivolte alle RSA per la prevenzione e il controllo delle infezioni.
L’OMS raccomanda, in effetti, agli anziani e alle categorie a rischio di rimanere in casa o nelle strutture in cui risiedono mantenendo il distanziamento. L’agenzia delle Nazioni Unite le persone anziane devono affrontare delle nuove difficoltà durante questa pandemia, perché misure di distanziamento e confinamento impediscono loro di svolgere le azioni quotidiane.
Oltre ad assicurarsi che la loro salute sia monitorata costantemente, che si muovano e mangino bene, la sfida è quella della connettività per coloro che non hanno dimestichezza con le nuove tecnologie. Un servizio di comunicazioni costanti, ha scoperto l’OMS, “ha fatto una notevole differenza”.
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