Il coronavirus sta colpendo i politici del mondo, proprio come la gente comune. Anche i presidenti più scettici, addirittura quasi negazionisti della pandemia, hanno dovuto affrontare il COVID.
Si fa strada il concetto di negazionismo del coronavirus tra chi crede che l’emergenza sanitaria non ci sia.
Anche in Italia si comincia a discutere su questa assurda teoria, con politici in primo piano ad affermare che ormai il virus non è più letale.
In realtà, nel mondo già agli inizi dell’epidemia ci sono stati casi eclatanti di sottovalutazione, se non proprio negazione, dell’esistenza del coronavirus, con Paesi senza misure restrittive e capi di Stato in preda a fake news eclatanti.
La prova che l’infezione c’è e può colpire chiunque è però arrivata proprio in questi mesi, quando il coronavirus ha contagiato anche i politici più scettici. L’ultimo della lista è il presidente della Bielorussia Lukashenko.
Dal negazionismo al contagio: i politici scettici infettati
Il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, ha comunicato di aver avuto il coronavirus e di averlo debellato con grande tenacia.
Durante un evento istituzionale, il capo di Stato bielorusso ha dichiarato che:
“La cosa più sorprendente è che oggi incontrate una persona che ha superato il coronavirus restando in piedi. Ieri i medici sono arrivati a questa conclusione. Senza sintomi”
La notizia non sarebbe così eclatante, ma la confessione del presidente si ricongiunge a quanto da lui affermato a marzo. In Bielorussia in primavera è iniziato addirittura il campionato di calcio, mentre il Vecchio Continente cominciava a chiudere le attività.
Lukashenko si è spinto fino a considerare il coronavirus una psicosi senza fondamenta, ribadendo che misure precauzionali sarebbero state dannose per l’economia. Una visione che forse oggi è cambiata, visto che ha avuto anche lui il COVID.
Resta comunque la spavalderia del Capo di Stato, quasi trionfante nel suo aver avuto il coronavirus, mentre si appresta a vincere di nuovo in elezioni farsa i primi di agosto.
Il caso del presidente bielorusso si unisce a quello che forse resta finora il più emblematico del negazionismo, incarnato da Bolsonaro.
Mentre il Brasile è sconvolto dall’epidemia, il presidente continua con i suoi atteggiamenti superficiali: niente mascherina ed esaltazione dell’idrossiclorochina, farmaco non considerato sicuro per il coronavirus. Tutto questo, nonostante anche lui sia stato contagiato.
Non è mai stato negazionista, ma ha sicuramente sottovalutato all’inizio la portata dell’epidemia anche il premier Johnson, che poi è stato addirittura sottoposto a terapia intensiva per il coronavirus.
USA: senatore rifiuta mascherina e si contagia
Tra i più scettici e superficiali sulla pericolosità del COVID c’è da sempre Donald Trump. Il presidente USA non ha finora avuto sintomi da coronavirus, ma dalla politica della potenza americana arrivano lo stesso storie in bilico tra negazionismo e contagio.
Come quella di Louie Gohmert, repubblicano del Texas. È risultato positivo proprio prima di mettersi in viaggio con il presidente USA.
Giusto un mese fa, il repubblicano aveva affermato che non indossava la mascherina perché non aveva il virus. Si è spinto addirittura a dichiarare che proprio un uso errato della protezione per il viso può aumentare la possibilità di contagio, più che allontanarla.
Intanto, però, la Camera USA ha inoltrato l’ordine di indossare le mascherine.
© RIPRODUZIONE RISERVATA