L’impennata di casi in Italia preoccupa gli esperti. Nell’ultimo bollettino registrati 137 decessi. La proposta per contenere i contagi: «Lockdown duro dopo Natale». Ecco come funzionerebbe.
In Italia i contagi da Covid-19 continuano ad aumentare. Nel bollettino di ieri, 20 dicembre, il tasso di positività è salito al 4,8% rispetto al 4,3 del giorno precedente. I nuovi positivi sono 16.213 a fronte di 337.222 tamponi molecolari e antigenici (sul dato influisce il week end), nelle 24 ore precedenti i nuovi casi erano stati 24.259 con 566.300 test effettuati. Le vittime ieri sono salite a 137, domenica erano 97.
La crescita lineare dei contagi preoccupa gli esperti, soprattutto perché al momento la variante preponderante in Italia è ancora la Delta. Con la diffusione della variante Omicron, che ha una contagiosità doppia, la situazione potrebbe peggiorare in fretta. Ad aggravare il quadro, le feste imminenti durante le quali i contatti sociali si moltiplicheranno. È in questo contesto che arriva la proposta considerata extrema ratio: «Lockdown duro dopo Natale». Entriamo nel dettaglio.
Lockdown duro dopo Natale, la proposta di Pregliasco
In Italia la risalita dei contagi non si arresta. Il tasso di positività ha raggiunto quota 4,8%. Con l’aggravante che Omicron - la variante più contagiosa - non è ancora molto diffusa nel nostro paese. Non solo. Le festività in arrivo potrebbero aggravare notevolmente la situazione.
Per tutte queste ragioni, Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Istituto Galeazzi e professore dell’Università di Milano, in un’intervista all’Adnkronos ha lanciato l’allarme: «È possibile immaginare la necessità di un lockdown serio esteso a tutti, in funzione di un futuro ancora da stabilire. Dobbiamo prevederlo nel menù di quello che ci aspetta nelle prossime festività dopo Natale».
Secondo il virologo, il lockdown potrebbe essere l’arma efficace per contenere il dilagare del virus: «Oggi un lockdown duro e puro, pesante, sarebbe efficace perché è ovvio che in questo momento ogni contatto interumano continua a essere a rischio, ancorché le persone siano vaccinate. Se i contagi dovessero impennarsi, non può essere esclusa dall’elenco delle contromisure da mettere in campo: vediamolo come extrema ratio».
Se la situazione dovesse aggravarsi, dunque, Pregliasco non esclude il ritorno al «lockdown duro», ovvero una chiusura generalizzata per tutti. Superando anche il modello austriaco che invece prevede un coprifuoco rivolto solo ai no vax nei giorni di festa.
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Lockdown duro, non solo ipotesi italiana
Con la risalita dei contagi, i paesi europei si stanno «richiudendo» uno dopo l’altro. Il primo stato a essere tornato in lockdown è l’Olanda. Il team nazionale di gestione delle epidemie ha raccomandato al governo «misure rigorose» per frenare la diffusione della variante Omicron, prevalente in diversi paesi nord europei.
Chiusi dunque ristoranti, bar, cinema, teatri e negozi non essenziali. L’annuncio è stato dato nel corso della conferenza stampa del premier Mark Rutte e del ministro della Salute, Hugo de Jonge.
Non solo l’Olanda. Limitazioni ai viaggi previste anche in Danimarca. Il governo di Copenaghen ha annunciato la chiusura di cinema, teatri e sale da concerto.
Nuova stretta anche in Svizzera. Da ieri, lunedì 20 dicembre, sono tornati lo smart working e il divieto per i non vaccinati di entrare in ristoranti, spazi culturali e strutture sportive e ricreative. E per i cenoni di Natale il governo elvetico ha stabilito un limite di dieci persone, compresi i bambini, se uno dei presenti dai 16 anni in su non è né immunizzato né guarito.
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