Esce il dato sull’inflazione Usa e il mercato coglie l’occasione per un classico movimento di squeeze di mercato.
L’inflazione, il tema centrale sui mercati da diversi mesi a questa parte, rimane ancora alta negli Usa, e nella giornata di ieri il mercato ci ha offerto una buona prova del fatto che probabilmente a breve si potrebbe rimbalzare. Un movimento che si può tranquillamente definire come uno squeeze, ossia un movimento che porta il mercato in una direzione, negando la tendenza precedente, per poi riprenderla dopo un aumento di volatilità.
Solitamente questi movimenti di squeeze sono anticipatori di inversioni di tendenza, pertanto possiamo ipotizzare che sui mercati azionari potremmo assistere a una ripresa dei corsi al rialzo nel corso delle prossime settimane. Per il momento analizziamo a livello tecnico ciò che sta succedendo sui mercati azionari e vediamo se la situazione è matura per una ripresa.
Cosa è un movimento di squeeze
Un movimento di squeeze è un movimento di mercato forte e repentino che comporta la chiusura forzata di posizioni da parte di alcuni operatori. Il movimento è generalmente seguito da una ripresa del corso delle quotazioni verso la direzione originaria.
Il grafico rappresenta il movimento di squeeze visto sul Nasdaq ieri: prima dell’uscita del dato sull’inflazione, il mercato si stava muovendo su un sentiero laterale su minimi importanti, una conformazione tecnica molto ghiotta per chi aspettava un movimento rialzista dell’indice. Il mercato, durante tutta la sessione europea, ha iniziato un sentiero rialzista che ha di fatto confermato la tendenza degli operatori che sono entrati sui minimi. All’uscita del dato alle 14:30, il mercato crolla e rompe i minimi assoluti della settimana. In questo senso, la maggior parte degli operatori che sono entrati long (al rialzo) su questa tendenza, che per volatilità e velocità di movimento fa pensare a un’inversione di tendenza al ribasso, sono stati buttati fuori.
Questo porta a molte chiusure di posizioni rialziste con conseguente aumento della tendenza ribassista, una situazione molto interessante per coloro che hanno aspettato l’uscita del dato per entrare al rialzo, trovando molti venditori su livelli più bassi. I rialzisti gli hanno fatto da controparte (in vendita).
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I volumi in vendita vengono coperti da altrettanti volumi in acquisto e il mercato, oltre a rimbalzare, inverte direttamente e conferma la tendenza prevista dagli operatori entrati prima dell’uscita del dato, una sorta di beffa per questi ultimi che avevano preso la giusta direzione con un timing errato. In questo caso parliamo di long squeeze, ossia un movimento ribassista che fa chiudere le posizioni long per poi riprendere la normale tendenza che il mercato stava formando. Come vediamo dal grafico a timeframe orario, ogni candela è 1 ora di negoziazione, il mercato crolla per poi riprendersi vistosamente e andare al di sopra dei massimi precedenti.
Un buon segnale di rialzo
Solitamente dopo gli squeeze forti avviene un’inversione di tendenza del mercato. Quello che è successo ieri sul Nasdaq, a ridosso dei minimi assoluti dell’anno, potrebbe risultare un segnale di inversione, l’ultimo grido dei ribassisti prima di una ripresa sana fino a fine anno, utile al mercato per prendere respiro al fine di vendere verso inizio 2023.
Non è il primo movimento ad alta volatilità a ridosso di massimi e minimi di mercato: pochi giorni fa è stato il turno del cambio UsdJpy, poi della sterlina qualche giorno dopo con un flash crash che le ha fatto battere i minimi dal 1983. Il mercato si sta muovendo in modo anomalo, frenetico a ridosso di nuovi livelli, presagio di un’inversione di tendenza. Per il momento quindi è ragionevole ipotizzare un’inversione di tendenza su tutti i comparti di rischio e l’unica cosa che si può fare è attendere delle conferme sui grafici che partono dal mensile fino al giornaliero.
I livelli tecnici per il Nasdaq
Ieri l’indice tech americano ha aggiornato i minimi annuali, registrando un calo su base YTD (Year to date, ossia da inizio anno) del -36%. Ora possiamo ipotizzare un breve rimbalzo dai livelli compresi tra 10900 e 10700 per poi ritrovare, magari entro la fine dell’anno, i livelli al di sopra dei 12000, puntando verso i 12400, livelli ragionevoli per vedere la creazione di una resistenza per inizio del 2023, una resistenza utile a vendere nuovamente un mercato che sta soffrendo di un calo di liquidità molto forte.
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