Lunedì nero per la Russia: rublo in picchiata, banca centrale in emergenza

Violetta Silvestri

28/02/2022

Si complica la situazione russa sul lato finanziario: il rublo è crollato di quasi il 30% a un minimo storico e la banca centrale è intervenuta con nuove indicazioni di emergenza: cosa sta succedendo?

Lunedì nero per la Russia: rublo in picchiata, banca centrale in emergenza

Si apre una settimana cruciale e ancora imprevedibile per gli esiti del conflitto russo-ucraino, con un lunedì tempestoso per Mosca da un punto di vista finanziario.

La banca centrale ha vietato ai broker di vendere titoli a non residenti a partire da oggi, 28 febbraio, nel tentativo di proteggere i beni della nazione dalle ingenti sanzioni occidentali.

Il rublo è crollato di oltre il 28% a un minimo storico all’inizio degli scambi odierni, con le pressioni sul sistema finanziario del Paese che si fanno sempre più pesanti.

Mentre si attendono esiti incerti e poco ottimisti su negoziati tra le delegazioni russe e ucraine, il tenuta finanziaria di Mosca trema.

Russia colpita: è emergenza per banca centrale e rublo

Svalutazione senza precedenti per la valuta russa.

Il rublo è sceso a quasi 118 contro il dollaro USA dopo un fine settimana in cui il presidente russo Vladimir Putin ha messo in allerta le sue forze nucleari e Stati Uniti ed Europa hanno scatenato le loro sanzioni più dure nel tentativo di tagliare il Paese fuori dal sistema finanziario globale.

Al momento in cui si scrive il cambio USD/RUB viaggia sui 90 dollari a rublo.

In questa cornice, la banca centrale russa ha quasi raddoppiato il tasso di interesse chiave del Paese dal 9,5% al ​​20%. La decisione è progettata per compensare l’aumento del rischio di deprezzamento del rublo e inflazione, ha sottolineato l’istituto.

Ciò fa seguito all’ordine di fermare le offerte degli stranieri di vendere titoli russi nel tentativo di contenere le ricadute sul mercato.

La banca ha anche affermato che libererà 733 miliardi di rubli (8,78 miliardi di dollari) nelle riserve delle banche locali per aumentare la liquidità.

In questa turbolenza finanziaria, oltre al blocco temporaneo delle vendite alla borsa di Mosca, la banca centrale ha affermato che i mercati valutari e pronti contro termine apriranno con tre ore di ritardo alle 10:00 ora locale.

Si tratta delle misure più incisive adottate da Mosca dopo l’ultimo round di sanzioni, con gli Stati Uniti e l’Unione Europea che hanno deciso di bloccare potenzialmente l’accesso a gran parte dei 640 miliardi di dollari che la banca centrale del Paese ha accumulato per ridurre la dipendenza del Cremlino dai mercati internazionali.

S&P Global Ratings ha abbassato il punteggio di credito della Russia al di sotto dell’investment grade, mentre Moody’s Investors Service ha messo la nazione in revisione per un downgrade.

Ulteriori misure per escludere alcune banche russe dal sistema di messaggistica Swift potrebbero soffocare ulteriormente il sistema bancario nazionale.

Mosca ai margini della finanza? Cosa può succedere

Secondo Ulrich Leuchtmann, stratega della Commerzbank: “Le autorità russe devono impedire le vendite incendiarie di titoli russi per prevenire il panico...èqualcosa certamente dannoso nel lungo periodo, ma che le autorità russe sembrano preferire dato il rischio di un crollo del rublo ancora più significativo.”

Tono allarmato anche per George Saravelos, analista di Deutsche Bank, che ha commentato:

“In parole povere, la capacità della Russia di effettuare transazioni con qualsiasi istituto finanziario a livello globale sarà gravemente compromessa, perché la maggior parte delle banche internazionali in qualsiasi giurisdizione utilizza Swift”

Gli alleati occidentali hanno infatti deciso di escludere alcuni dei prestatori del paese dal sistema di messaggistica Swift, un elemento cruciale dell’infrastruttura per i pagamenti globali.

In questo scenario, Saravelos ha aggiunto che si aspetta che i mercati finanziari riflettano l’intensificarsi dei rischi per le forniture energetiche, intaccando la volontà degli investitori di acquistare attività rischiose e potenzialmente anche trascinando al ribasso l’euro.

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