5 giorni di lutto nazionale per commemorare Papa Francesco. Ecco cosa succede in Italia e cosa cambia per i lavoratori
Il Consiglio dei ministri ha ordinato 5 giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, fino ai funerali di sabato 26 aprile.
Così, lo Stato italiano omaggia la memoria del Sommo Pontefice. Il Paese si stringe per commemorare Papa Francesco e le sue gesta, rispolverando tradizionali simboli di rispetto istituzionali per un ultimo addio decoroso. Indipendentemente dal lutto nazionale, la tragedia ha scosso profondamente tutta l’Italia, da sempre molto vicina alla figura papale.
Ciò però non toglie che ci sono aspetti pratici della vita quotidiana a cui tutti devono continuare a pensare, soprattutto i lavoratori che devono conoscere le conseguenze del lutto nazionale deciso dal Consiglio dei ministri.
Lutto nazionale in Italia per la morte di Papa Francesco
Il Consiglio dei ministri di oggi, martedì 22 aprile, ha deliberato 5 giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, avvenuta soltanto ieri, proprio nel Lunedì dell’Angelo. Così, le bandiere delle sedi istituzionali vengono issate a mezz’asta, anche se diversi edifici pubblici hanno iniziato a vestirsi a lutto già in seguito all’annuncio di ieri.
Con il lutto nazionale, sono state esposte le bandiere a mezz’asta anche al Quirinale, a Palazzo Chigi, alla Camera e al Senato. Indipendentemente dalla decisione del Cdm riguardante l’Italia, poi, anche le sedi istituzionali dell’Unione europea a Bruxelles e Strasburgo sono state issate a mezz’asta in segno di rispetto.
Lo stesso ha deciso Donald Trump, ordinando la bandiera a mezz’asta alla Casa Bianca, che resteranno così fino alla sepoltura. Bandiere a mezz’asta anche all’Expo 2025 Osaka, ma in diverse parti del mondo stanno comparendo simboli e vessilli per commemorare la dipartita di Papa Francesco.
In Italia, l’annuncio della morte è stato accompagnato, come tradizione vuole, dalle campane a lutto nella Basilica di San Pietro seguite dal resto delle chiese. Nel complesso, comunque, il lutto nazionale è una decisione di carattere prettamente simbolico. L’altra conseguenza pratica è il rispetto di 1 minuto di silenzio nelle scuole pubbliche (in questo caso chiuse per le festività pasquali), mentre gli eventi ufficiali del Governo vengono rimandati fino alle esequie.
Le conseguenze del lutto nazionale per i lavoratori
Il lutto nazionale non ha conseguenze per i lavoratori, non rappresentando un giorno di festa, né imponendo particolari obblighi. Negli edifici pubblici ci saranno quasi sicuramente delle espressioni simboliche per ricordare Papa Francesco, come appunto le bandiere o il minuto di silenzio, ma non dovrebbero esserci particolari novità per l’orario di lavoro e le giornate. Non è poi da escludere che anche le aziende private si adeguino al lutto nazionale, ma pur sempre restando nel piano commemorativo e simbolico. Per esempio, brevi momenti celebrativi e comunicazioni di cordoglio.
Tutto dipende dalla scelta della singola azienda, che comunque non ha doveri di qualche tipo da rispettare. Durante il lutto nazionale si lavora e non ci sono chiusure obbligatorie, fatta salva appunto la discrezionalità dei datori di lavoro. Non dimentichiamo però che il lutto nazionale comprende inevitabilmente il 25 aprile, la Festa della Liberazione. Soltanto per questa giornata dovranno essere seguite le disposizioni sui festivi, non lavorando o avendo diritto alla maggiorazione retributiva prevista. Le cerimonie pubbliche per la Liberazione si terranno regolarmente nonostante il lutto nazionale, ma il governo ha chiesto che la partecipazione avvenga con la “sobrietà che la circostanza impone a ciascuno”.
Al di là del punto di vista normativo, i lavoratori potrebbero però avere delle difficoltà in questi giorni di lutto nazionale, soprattutto negli spostamenti. Roma, ovviamente, deve fare i conti con un afflusso di persone esorbitante, il tutto rispettando il minuzioso piano di sicurezza individuato per l’occasione.
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