L’ultimo report di Moody’s sulle aziende italiane ha dipinto un quadro decisamente funesto
L’ultimo report di Moody’s sulle aziende italiane ha dipinto un quadro particolarmente funesto.
L’analisi ha preso in considerazione 53 società, ma le sue conclusioni non hanno fatto ben sperare.
Per dirla con le parole di Moody’s, la qualità del credito delle società tricolori non farà che peggiorare da qui a un anno (e anche di più).
Moody’s su aziende italiane: 64% sono spazzatura
Secondo il rapporto di Moody’s Investor’s Service, la qualità creditizia delle aziende italiane continuerà a scendere nell’arco dei prossimi 12-18 mesi. Il motivo? Da ricercare nell’emergenza coronavirus che ha aggravato le già precarie condizioni di salute d’Italia, e nel profondo lockdown che ha a lungo bloccato l’attività produttiva.
“le società italiane sono state esposte a misure di blocco più rigorose e lunghe rispetto a quelle di molti altri Paesi europei, ”
per evitare la progressiva diffusione dei contagi.
A risentire di questa situazione, ha continuato Moody’s, saranno soprattutto le aziende italiane più esposte al coronavirus, tra cui quelle operanti nei seguenti settori:
- beni di consumo durevoli;
- giochi;
- trasporti;
- produzione automobili;
- forniture automobilistiche.
La qualità del debito emesso dalle società definite investment grade mostrerà più resilienza rispetto a quella di realtà più speculative, si legge nel report. E questo avverà grazie a: “profili più forti, una liquidità maggiormente diversificata e maggiore capacità di adottare misure per resistere a uno shock economico, almeno nel breve termine.”
Al momento, ha comunque fatto notare Moody’s, il 64% delle aziende italiane analizzate sono al livello junk (spazzatura). Un dato già particolarmente preoccupante, in grado di salire addirittura al 91% escludendo infrastrutture e servizi.
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